Risguardo di copertina
la figura di cesare come avventuriero è stata variamente abbozzata e accennata dagli studiosi che hanno scritto e narrato di lui. mommsen per esempio l'ha assimilata a quella di "un grande giuocatore" mentre napoleone, che se ne intendeva, ha attribuito a cesare la passione per la guerra in quanto "bella occupazione", cioè attività professionale divertente, esaltante e, spesso, meravigliosamente remunerativa per i generali. l'autore pedina l'itinerario di questo eccezionale avventuriero senza sottrargli meriti ma anche senza indulgenze complici e reverenziali, per concludere nel riconoscimento di una personalità straordinaria, carica di quel fascino speciale.
Risguardo di copertina
la fortuna popolare – cominciata già nel trecento – ha finito col rendere dante un'icona, nel senso di un simbolo legato a un immaginario condiviso. il centenario appena celebrato ha dimostrato una volta di più quanto sia grande la vitalità di dante a sette secoli dalla sua morte. ma mai come in queste celebrazioni è stato chiaro che dante sopravvivrà ancora a lungo anche grazie a quella percezione collettiva che lo ha reso ormai in tutto il mondo una straordinaria icona pop. c'è il dante emblema della nostra identità culturale, la cui effigie passa dalle lire agli euro. c'è l'immagine di dante usata già da tempo, non solo in italia, come marchio commerciale e in chiave pubblicitaria. c'è il dante personaggio che ritorna – fino in america, fino in giappone – nelle trame di libri, film, fumetti, giochi di successo. tutte proiezioni popolari di quell'inarrivabile poeta in grado di cantare con una potenza senza pari l'amore, la morte, la bellezza, l'orrore, la vita terrena e quella ultraterrena.
Risguardo di copertina
aprire questo libro significa entrare in un ideale museo della lingua italiana e attraversare, pagina dopo pagina, una storia fatta di parole ma anche di oggetti da cui sprigionano suoni, colori, profumi, rumori, emozioni, ricordi, sapori. a ricostruire questa storia secolare, sessanta pezzi distribuiti in quindici sale disposte su tre piani corrispondenti ad altrettante epoche: l'italiano antico, moderno e contemporaneo. quando l'italia ancora non esisteva, dante definì gli italiani come «le genti del bel paese là dove 'l sì suona». la lingua come essenziale punto di riferimento e il suono di quella parola – che serve a esprimere accordo e consenso – come base di una comune identità. l'italiano è stato per secoli una lingua fondata sul prestigio letterario: una lingua soprattutto scritta, perché il parlato era dei dialetti. ma attraverso la lingua non passa solo la cultura intellettuale, passa l'intera vita di una comunità. passano i cambiamenti sociali, i rivolgimenti politici, l'immaginario collettivo, le abitudini individuali. ecco perché un viaggio nella storia della lingua italiana non può fermarsi alla lingua letteraria, ma deve prevedere molte tappe nei territori della lingua comune. e un museo della lingua italiana non può accontentarsi di esporre solo testi e documenti, ma deve lasciare spazio alla cultura materiale: agli oggetti che nel tempo hanno segnato la vita di tutti i giorni. sala dopo sala, una teca dopo l'altra, i sessanta pezzi di questo museo virtuale ci accompagnano lungo un percorso che dalle più antiche testimonianze scritte arriva alla lingua dei predicatori e dei mercanti medievali, all'italiano stentato degli emigranti di fine ottocento e dei soldati della grande guerra, a quello pop della pubblicità, della televisione e della musica leggera fino al disinvolto e-taliano usato oggi nei social network. e ci aiutano a cogliere i profondi cambiamenti intervenuti, la ricchezza dei contributi apportati dalle tradizioni locali e dai continui scambi con le altre lingue. ci permettono di ritrovare, sparse un po' ovunque nell'odierno villaggio globale, le storiche tracce della nostra lingua. un ulteriore segno della sua vitalità, della sua bellezza, del fascino che ancora oggi l'italiano continua a esercitare in tutto il mondo.