Risguardo di copertina
per rintracciare nella nostra lunga storia quei tratti che ci fanno dire di essere "americani, cristiani e moderni" è necessario coltivare la memoria collettiva dell'italia e degli italiani e comunicarla alle nuove generazioni e agli altri. oggi questo non avviene perché i "capi sono nemici"(machiavelli), perché le classi dirigenti italiane non sono riuscite ad essere una classe dirigente nazionale, non hanno saputo rappresentare e ascoltare gli italiani che percorrevano un proprio processo di nazionalizzazione, attraverso i loro rapporti con i viaggi, il mercato, i media. le vicende occorse in italia nel biennio 1943-45 sono decisive per comprendere la svolta avvenuta nel lungo processo di nazionalizzazione degli italiani. una svolta provocata dal fatto che gli italiani hanno sperimentato per la prima volta il sentimento della propria comune appartenenza alla nazionalità italiana. col secondo conflitto mondiale, si generalizza la presenza della guerra sul territorio rendendo labili i confini tra soldati e civili. si viene a costituire una coscienza collettiva nazionale, e proprio quel territorio violato si rende riconoscibile come comune agli italiani. bechelloni sostiene, al contrario di molti, che un sentimento nazionale esiste e che esso si è venuto allargando e consolidando soprattutto a partire dal 1943-45. le analisi sulla debolezza del senso civico nascondono l'idea di un modello di cittadino bene informato e bene educato che assomiglia più a un santo che non a un essere umano che vive in quest'italia. per ricucire questa frattura tra popolo e intellettuali diventa necessaria un'efficace attività di comunicazione, vista come complesso bagaglio intellettuale al servizio della costruzione comunitaria, della condivisione.