Risguardo di copertina
da diversi anni, i servizi di psichiatria e gli psicoanalisti vedono crescere il numero di giovani che accusano qualche forma di disagio psichico. è un fatto allarmante, ma più che il segnale di un aumento delle patologie è il sintomo di un malessere generale, di una tristezza che permea la società. il nostro è un mondo contraddistinto dal senso di incertezza, di precarietà, e non sempre i problemi dei più giovani hanno unorigine psicologica. chi li deve curare deve affrontare un nuovo tipo di richiesta di aiuto che si colloca fuori dalle patologie classiche e che ci costringe a interrogarci su che cosa si basi realmente la nostra società, su quali siano le cause delle paure che ci portano a rinchiuderci in noi stessi, a vivere il mondo come una minaccia, alla quale bisogna rispondere "armando" i nostri figli. in questo libro non cè spazio per la solita litania sulla perdita dei valori, né per lesaltazione dellautonomia della persona. gli autori, in modo garbato e deciso, non lasciano scappatoie: i problemi dei più giovani sono il segno visibile della crisi della cultura moderna occidentale fondata sulla promessa del futuro come redenzione laica. si continua a educarli come se questa crisi non ci fosse, ma la fede nel progresso è ormai sostituita dal futuro cupo, dalla brutalità che identifica la libertà con il dominio di sé, del proprio ambiente, degli altri. unatmosfera esistenziale che genera paura negli adulti: si vive in uno stato di allarme perenne, nellurgenza, dove è concesso se si è forti di soddisfare le proprie voglie ma è più difficile provare (e insegnare) il desiderio. tutto deve servire a qualcosa e questo utilitarismo si riverbera sui più giovani e li plasma. in questo libro non ci sono ricette o suggerimenti pratici dimmediato consumo, cè piuttosto un richiamo alla responsabilità collettiva, un invito che diventa un obbligo per gli psicologi, per le istituzioni che dovrebbero aiutare e spesso vedono la patologia dove non cè, rafforzando così le paure dei genitori. lo sforzo per cambiare profondamente, per affiancare le passioni gioiose alle passioni tristi, è un compito di tutti, non può essere delegato solo alla famiglia, alla scuola, agli psicologi.