Risguardo di copertina
"mi sono chiesto perchã© mai candido cannavã², che ãš un simbolo dolce e appassionato del nostro giornalismo non solo sportivo, abbia scelto di infilarsi in un carcere. e non uno qualsiasi: san vittore, che ãš invece il simbolo amaro e tormentato di una convivenza civile infranta e violenta. dai prati verdi e colorati dello sport, in cui l'uomo assapora il massimo della libertã , l'esaltazione delle qualitã personali, il gusto di superare ogni limite, il piacere della sfida, agli anfratti semibui e nauseabondi delle carceri, alle penombre della vergogna. luoghi di redenzione o di perdizione? la domanda, nella cittã del beccaria, ãš tutt'altro che retorica. e di retorica nel libro di cannavã² non ce n'ãš. lui ãš entrato a san vittore con l'umiltã del cronista, il taccuino aperto, senza pregiudizi; ha ascoltato e in cuor suo perdonato piã¹ di quanto lo spirito della legge gli potesse prudentemente suggerire. ha compreso storie, errori, passioni. non le ha condivise: ha semplicemente cercato di capirle."