Risguardo di copertina
il seicento è stato tradizionalmente definito come il secolo della crisi, a causa della sequela di calamità che lo contraddistinsero: guerre sanguinose, recessione economica, pestilenze, carestie, rivolte sociali. ma fu anche il secolo della rivoluzione scientifica che inaugurò una nuova prospettiva del mondo e un metodo razionale di indagine che si sarebbe esteso alle scienze umane e politiche. in questo periodo, inoltre, comparvero nuovi protagonisti sulla scena europea, come l'inghilterra e i paesi bassi: non solo nell'economia ma anche nel mondo del pensiero civile e politico, destinato a rappresentare una forte cesura con quello dei secoli precedenti, per la nascita di nuovi concetti sullo stato, la società e le istituzioni che troveranno pieno sviluppo nel settecento.
Risguardo di copertina
la fine del seicento e buona parte del settecento segnarono l'apogeo e poi la crisi delle monarchie assolute, che in alcuni paesi si aprirono alle riforme e in un altro caso, quello della francia, si disgregarono nella rivoluzione. si concluse l'epoca, durata millenni, dei sovrani che governavano per diritto divino e ai quali doveva tributarsi cieca obbedienza, e si aprì quella dello stato di diritto. a renderlo possibile fu un nuovo sentire comune, figlio dell'illuminismo ma non solo, che portò con sè il primato della ragione, la difesa delle libertà civili contro il dispotismo, l'indipendenza della morale dalla religione, la critica spietata delle contraddizioni del potere e di una sovranità che usava ignoranza, fanatismo e povertà come armi di sottomissione dei popoli. idee e progetti che avrebbero trovato piena applicazione solo nel secolo successivo.