Risguardo di copertina
l’idea iniziale di questo libro era quella di offrire ai condannati a morte in america la possibilità di descrivere in prima persona la loro condizione, perché la loro voce è spesso assente dai libri e i rapporti che riguardano la pena capitale negli stati uniti. le lettere e i sentimenti che compaiono in queste pagine non necessitano di una lunga introduzione perché sarebbe impossibile fornire una sintesi generale o collocare queste lettere e questi sentimenti in un contesto. l’unica rielaborazione è stata quella di premettere alcune informazioni circa la storia della pena di morte e integrare alle lettere dei detenuti osservazioni sulle condizioni carcerarie e l’attuale sistema giudiziario americano. la pena di morte ha una lunga storia, ma in nessun luogo come in america è stata perfezionata, aggiornata, resa a volte apertamente sanguinaria e a volte "invisibile", secondo le necessità del momento storico, e sono tuttora assenti segnali di sensibilizzazione nei confronti dei condannati a morte da parte dell’opinione pubblica, che è in genere indifferente al problema. nonostante i cambiamenti portati dalla storia, sembra che l’incarcerazione, soprattutto nelle unità dove sono reclusi coloro cui è stata inflitta la condanna capitale, rimanga tuttora una potente forma di controllo sociale. ancora oggi, i detenuti continuano a subire tormenti insopportabili: la tortura fisica delle guardie, la negazione della personalità, della dignità umana, della negritudine, dell’identità etnica sono una realtà in tutti i bracci della morte americani, soprattutto in texas, dove ogni condannato a morte è alla mercè di ogni secondino o sorvegliante che gode del diritto di accusarlo di qualunque cattiva azione e, soprattutto, di comportamenti politici o sessuali che l’amministrazione carceraria non approva.