Risguardo di copertina
per me la politica è stata la forma più diretta e immediata di pensare, di pensare tutto escluso la religione, di riflettere sulla storia, sulla filosofia, sullo stesso agire dell’uomo francesco cossigafrancesco cossiga ha attraversato da protagonista la seconda metà del novecento italiano. il dopoguerra, il caso moro, la caduta del muro di berlino, l’inizio di tangentopoli, il governo d'alema: con il suo operato e le sue decisioni, come presidente del consiglio, del senato e poi della repubblica, ha segnato come pochi la storia del nostro paese. in questa lunga e approfondita conversazione con piero testoni, avvenuta nel 2000, cossiga racconta in prima persona: un’intervista autobiografia provocatoria e illuminante, in cui spiccano le pagine dedicate alla grande amicizia con moro e alla tragedia del suo rapimento (vissuto come una sconfitta personale) e i ritratti di amici e nemici, da craxi a di pietro, dal giudice falcone al generale dalla chiesa, da montanelli a spadolini a cuccia, e ancora ciampi, d’alema e berlusconi. un libro spregiudicato che ci consegna il ritratto di un personaggio complesso e contraddittorio, sempre in prima linea, capace, come raccontava lui stesso, di piacere e sedurre ma anche, specie di fronte alla cattiva politica, di essere un distruttore.
Risguardo di copertina
"novissime picconate" è, a suo modo, un instant book. nel senso più nobile del ternane. l'ex presidente della repubblica francesco cossiga (secondo la sua stessa, paradossale definizione "il peggiore presidente della storia repubblicana") torna a "picconare", menando fendenti a destra e a sinistra. lo fa nella forma compiuta e già rodata dell'intervista-dialogo con claudio sabelli fioretti, ormai suo interlocutore di fiducia, l'unico che riesca a tenere testa alle sue "mattane" (altra autodefinizione) senza scomporsi, e anzi rilanciando ogni volta. l'uomo di stato più eterodosso che la storia dell'italia repubblicana possa annoverare entra "a gamba tesa" sul quadro politico degli ultimi mesi, delle ultime settimane. alternando il piccone al fioretto, come suo solito, l'ironia amara e feroce di cossiga non risparmia nessuno. ce n'è per tutti, naturalmente: a partire da obama, passando per berlusconi (e per la figlia barbara), per veltroni e d'alema (senza nascondere la sua notoria simpatia per quest'ultimo), per di pietro (senza fare mistero della sua risaputa antipatia per l'ex pm).