Risguardo di copertina
la democrazia è legata da un nesso indissolubile con l'anarchia. nel tempo delle svolte autoritarie, in cui si pretende di difendere la democrazia chiudendola e murandola, questo libro muove dal pensiero radicale per guardare al mattino greco della pólis. la storia monumentale viene così decostruita grazie a un'originale rilettura delle fonti: un racconto avvincente che mette in luce le sequenze ribelli, gli scenari rivoluzionari. pronunciata con trepido entusiasmo o con attonito disprezzo, la parola demokratía, di cui viene ripercorsa sia la storia semantica sia quella politica, indica due eventi collegati: l'ingresso del popolo alla ribalta della storia e la revoca di ogni potere che presume di essere originario. lo spettro dell'anarchia turba la città. lo paventano i tragici, lo registrano gli storici, lo denunciano i filosofi. l'arché di padri, proprietari, autoctoni, eredi viene profondamente minata e destituita di legittimità, mentre si inaugura lo spazio della politica. «né comandare, né essere comandati» è il sigillo della democrazia, lo stendardo della libertà an-archica. protagoniste di questo racconto sono le donne. è una rivolta di straniere, in fuga da violenza familiare, a far emergere, in un verso di eschilo, il composto che indica la capacità del popolo di affermarsi. la democrazia nasce con l'accoglienza. e il dêmos non potrà mai né regredire a éthnos, fondandosi su legami di sangue e di suolo, né tanto meno soffocare il conflitto e la divisione.