Risguardo di copertina
baboucar, ousman, yaya e robert sono quattro richiedenti asilo arrivati in italia dopo avere attraversato mezza africa e il mediterraneo. sono sospesi tra la speranza che la loro richiesta venga accolta e l'ansia di essere respinti. c'è chi aspetta la prima udienza di fronte alla commissione territoriale, chi il ricorso in primo grado al tribunale, chi invece ha ottenuto una protezione sussudiaria e per un po' può andare avanti senza troppe ansie. un fine settimana decidono di prendere un treno che da perugia li porterà verso l'adriatico. la meta è la spiaggia di falconara marittima e il viaggio è scandito dagli incontri, dalle ossessioni di ognuno e dall'altalenante rapporto con la lingua italiana. sono quarantott'ore di piccoli avvenimenti: multe, bivacchi, visioni, la finale degli europei di calcio, qualche litigio. due giorni in cui i quattro amici si ritroveranno sempre a camminare, in fila indiana, lungo le strade della provincia del centro italia. "e baboucar guidava la fila" è una favola senza morale, che affronta il tema delle migrazioni scegliendo di raccontare quello che viene dopo le traversate, la normalità inafferrabile di una vita dignitosa che segue ogni approdo e tutto quello che questa normalità contiene: le paure, i desideri, la rabbia, le nostalgie, riuscendo a ottenere alla fine quella particolare risonanza poetica che hanno soltanto le cose vere.