Risguardo di copertina
da bambino giorgio falco amava la divisa da autista degli autobus, che il padre indossava ogni giorno per andare al lavoro, tanto che a carnevale voleva vestirsi come lui, anziché da zorro, chissà se per emularlo o demolirlo. questo romanzo autobiografico non può che cominciare così, con la storia del padre: solo raccontando l'epopea novecentesca del lavoro come elevazione sociale, come salvezza, falco ne può testimoniare il graduale disfacimento, attraverso le proprie innumerevoli esperienze professionali, cominciate durante il liceo per pagarsi una vacanza mai fatta. operaio stagionale in una fabbrica di spinette che raffigurano cantanti pop, il papa e gesù, per 5 lire al pezzo. venditore della scopa di saggina nera jugoslava, mentre in jugoslavia imperversava la guerra. aspirante imprenditore di un'agenzia che organizza «eventi deprimenti per le élite». redattore di finte lettere di risposta ai reclami dei clienti. una lunga catena di lavori iniziati e persi, che lo conduce alla scelta radicale di mantenersi con le scommesse sportive. è la fine, o solo l'inizio. perché questa è anche la storia - intima, chirurgica, persino comica - di un lento apprendistato per diventare scrittore. e di come possa vivere un uomo incapace di adattarsi.
Risguardo di copertina
la voce de la gemella h non è solo quella di hilde: è un crepaccio che inghiotte le parole di tutti. la storia comincia nel 1933, a bockburg, cittadina bavarese, dove nascono le gemelle hinner, hilde e helga. il padre hans dirige il giornale locale, e spinto dall'ambizione vive sino in fondo gli anni del terzo reich, qui narrati da una prospettiva del tutto inedita: la merce. i debiti per la casa, la rincorsa all'automobile lussuosa, l'appropriazione della villetta del vicino ebreo, che dà inizio a una seria di speculazioni immobiliari, prima in germania poi in italia. dal bagnino della piscina di merano alle commesse della rinascente nel dopoguerra milanese, fino alle sonnolenti stagioni balneari della riviera romagnola, il racconto di «due mondi che si uniscono per sempre».la storia di tre generazioni della famiglia hinner, che dalla germania di hitler arriva all'italia dei giorni nostri. a parlare è hilde, testimone della sua stessa esistenza, ribelle inerte nel mondo progettato dal padre, dai padri. la sua voce, ora laconica ora straripante, narra ottant'anni di vicende private intimamente intrecciate al novecento, «all'alba dei grandi magazzini», al turismo di massa, all'ossessione del corpo. fino a innescare un cortocircuito che fa esplodere il nostro presente, denudandolo come mai prima era stato fatto. se i buddenbrook ripercorreva la decadenza di una famiglia tedesca dell'ottocento, la gemella h non può che registrare il giornaliero «assecondare il flusso di eventi travestiti da soldi» di una famiglia ossessionata dai beni e compromessa con il male. decisa a dimenticare, pur di salvarsi.