Risguardo di copertina
"quali che sieno i dolori, le amarezze e le incomprensioni che ho trovati sulla mia via, non rimpiango di averla battuta. in ragione esatta del travaglio che mi è costata, mi ha compensato con soddisfazioni indicibili. prima fra tutte, l’aver potuto costruire dal nulla. costantemente partii dallo zero assoluto di mezzi e di esperienze giudicati sterili e negativi per antonomasia. più di una volta, nel corso delle mie complesse organizzazioni, ebbi la sensazione esaltante di precorrere i tempi".(aurelio nicolodi, discorsi sulla cecità, firenze 1944) tutto era cominciato trent’anni prima, una domenica di luglio del 1915. una giornata di guerra com’era da due mesi, da quando cioè l’italia, violata la neutralità proclamata per quasi un anno, aveva aperto le ostilità contro la duplice monarchia danubiana della quale era alleata fin dal 20 maggio 1882. infatti, nel timore di restare isolata e in balia della francia, dopo la "questione romana" (1870) l’italia si era lasciata coinvolgere nell’alleanza degli imperi centrali, con germania e austria, benché avesse con quest’ultima più di una questione in sospeso: le terre "irredente" dal trentino all’ istria, alla dalmazia.