Risguardo di copertina
in un paese delle alpi austriache una madre e un padre sono usciti per una gita nei boschi insieme alla figlia di tre anni. durante la passeggiata perdono di vista la bambina un attimo, e tanto basta: la piccola è caduta in un lago ghiacciato dove rimarrà trenta minuti prima di essere riportata in superficie. anche se i soccorsi arrivano abbastanza in fretta, quando finalmente la collegano alle macchine la bambina è morta da due ore. eppure le cure a cui viene sottoposta in ospedale iniziano a sortire i primi effetti: nel giro di qualche ora la temperatura sale, il sangue riprende a circolare, il cuore a battere. la bambina vivrà. "a rendere sbalorditivo un tale episodio non è soltanto l'idea che qualcuno possa essere rianimato dopo due ore trascorse in uno stato che tempo fa avremmo considerato di morte. e anche l'idea che un gruppo di persone di un ospedale qualsiasi riesca a realizzare una cosa così tremendamente complicata". salvare un annegato è ben diverso da come si vede in televisione: è necessario che decine di persone eseguano correttamente migliaia di fasi terapeutiche, coordinandosi alla perfezione. cosa ha salvato la bambina e decine di casi simili? cosa permette a procedure "tremendamente complicate" di essere portate a termine correttamente? due cose molto semplici: della carta e una penna. o meglio: una check list, una lista di controllo. atul gawande introduce il lettore nel mondo della complessità ricondotta all'ordine: lo fa con i suoi "racconti di guerra"...
Risguardo di copertina
atul gawande racconta la sua professione attraverso episodi minimi, come quello della vecchia signora ricoverata perché semplicemente "non si sentiva troppo bene" e che dovrà la vita solo alla coscienziosità del medico che la segue; o di massima gravità e urgenza, come quando si trova di fronte ai corpi dilaniati dalla guerra in iraq. ognuna delle tre parti del libro è dedicata alle condizioni fondamentali per il successo in medicina, in una professione nella quale si deve costantemente progredire, ci si deve affinare, perfezionare. il primo requisito è la scrupolosità, la necessità di prestare sufficiente attenzione ai dettagli per evitare errori e superare gli ostacoli. una virtù che sembra facile, ma che è in realtà diabolicamente difficile e gawande lo dimostra con tre storie: una sullo sforzo di garantire che medici e infermieri semplicemente si lavino le mani (una regola che spesso non viene rispettata); una sullo sforzo erculeo di eliminare la poliomelite nel mondo; e una sulla cura dei soldati in afghanistan e in iraq. la seconda sfida è quella di fare la cosa giusta. per spiegarlo racconta le storie di quattro medici e un'infermiera che sono andati contro il codice etico partecipando all'esecuzione di prigionieri; si interroga su come è possibile capire quando bisogna continuare a lottare per un malato e quando bisogna smettere. e poi, quanto devono essere pagati i medici? quanto si deve ai pazienti in caso di errori? il terzo requisito per il successo è l'ingegnosità.