Risguardo di copertina
scritto nel 1901, il memoriale di andre gide è una rara e preziosa testimonianza di prima mano sulle tribolate vicende umane di wilde. gide l'aveva conosciuto nel 1891 rimanendo affascinato da quel dandy raffinato, ricco e onorato in società. lo rivide dopo che wilde si era fatto due anni di carcere per essere stato al centro "di una vasta e odiosa corruzione fra la gioventù". fiaccato nel corpo e nello spirito (tanto che morirà a soli 46 anni) wilde racconta a gide le umiliazioni subite, l'amicizia coi carcerati, la crudeltà del direttore della prigione. è un uomo perso, debole, scansato da tutti.
Risguardo di copertina
l’immoralista del titolo è michel, l’io narrante che ascoltiamo in una sorta di confessione davanti a tre amici richiamati a sé per aiutarlo a uscire da uno stato di torpore fisico e mentale derivante dalla consapevolezza del male commesso, ma incapace di reagire da solo. siamo a cavallo fra otto e novecento, michel sposa una donna che non ama veramente e durante il viaggio di nozze in africa, in quella terra calda e sensuale, inizierà un viaggio dentro se stesso per liberarsi dalla rigidità puritana e convenzionale, lasciandosi andare alla sensualità e, attraverso questa, alla affermazione del vero sé. questo percorso, tuttavia, seppure mascherato da una patina intellettuale che porta l’impronta del nichilismo nietzchiano, nasconde in realtà pulsioni ben più difficili da confessare, e si trasformerà in nulla più che nell’affermazione del proprio egoismo e della propria granitica volontà edonistica.