Risguardo di copertina
in un'epoca in cui la ricerca della visibilità e della fama personale sembra dettare lo spirito dei tempi, leggere la biografia di charlotte brontë è quanto mai illuminante. l'autrice del capolavoro "villette", di "shirley" e "il professore", nonché di "jane eyre", immediato successo all'epoca della sua pubblicazione e ormai classico intramontabile, scelse l'anonimato dello pseudonimo currer bell, con cui firmò tutti i romanzi, si calò nell'insignificante esistenza dell'istitutrice e interpretò il ruolo della figlia obbediente prima e della moglie devota poi. eppure, nell'ombra, ci racconta lyndall gordon, charlotte seppe trovare le parole per dare voce alla propria esperienza e fece affiorare in superficie un mondo interiore rimasto celato. l'impatto con la società vittoriana fu "esplosivo": una donna che esprimeva con candore i propri pensieri e sentimenti, che impiegava l'ironia nei confronti della società e dei costumi, era veramente una donna? non andava forse considerata poco femminile? ai contemporanei apparve "volgare". ma quella voce che si sollevò dall'oscurità ancora ci conquista con le sue intime rivelazioni, e il "fuoco" che bruciava in charlotte tuttora infiamma le pagine dei suoi libri. le vicende umane della ragazza apparentemente schiva e docile nata in una canonica immersa nelle brughiere dello yorkshire si intrecciano in profondità ai suoi romanzi, che hanno sempre un nucleo autobiografico, illustra gordon.
Risguardo di copertina
emily dickinson è un’autrice esplosiva, un vulcano silenzioso che con la sua inarrestabile vena creativa ha rivoluzionato il linguaggio poetico. eppure, finora della bella di amherst sapevamo soprattutto che ha trascorso un’esistenza ritirata, quasi reclusa, scandita da rare apparizioni pubbliche. in questa biografia, lyndall gordon spinge il lettore a varcare la soglia delle mura domestiche di emily dickinson per addentrarsi nel nodo della sua vita familiare, nel quale individua una magmatica fonte della sua opera letteraria. il groviglio di passioni che lega l’autrice all’austero fratello austin, sposato con susan, da sempre amica e confidente di emily, e a mrs mabel todd, l’amante di austin che arriva a sconvolgere l’apparente serenità dei dickinson, diventa la scena originaria che alimenta l’invenzione poetica di emily. un dramma, una faida su cui lyndall gordon come scrive nadia fusini nella prefazione «ci istruisce non certo per amore del pettegolezzo, ma perché queste vicende di guerra intestina gettano luce su una storia sacra per noi devoti lettori; e cioè, su come venga a comporsi quel corpus di opere che veneriamo – le sue poesie, le sue lettere. noi vogliamo, certo, sapere della sua esistenza mondana, ma in quanto è legata alla sua opera. la biografia di un poeta è come la biografia di un santo: vogliamo capire come il santo o il poeta giungano a compiere i loro diversi miracoli». gordon inserisce nella sua narrazione le prodigiose poesie di dickinson, riportate in gran numero nel volume, rileggendole in una chiave innovativa e convincente, anche alla luce di una sua intuizione su una malattia, finora mai ipotizzata, di emily, e ricostruisce sapientemente la burrascosa vicenda della spartizione tra gli eredi della sua opera, che molto ha influito sulla nostra ricezione della sua poesia.