Risguardo di copertina
quando il piccolo aron snær, abbandonato dal padre, entra nelle vite di árni, borghildur e hanna, la loro esistenza è divisa tra la rassegnazione al dolore e la speranza di una svolta. árni insegue un amore impossibile, accompagnato dall'iperattivo labrador alfons, che incoraggia le sue zoppicanti passeggiate verso un futuro incerto. borghildur è una vedova alle prese con il suo lutto che si sente come un «sacco pieno di schegge di vetro», e i figli cresciuti e lontani non sanno aiutarla. hanna è un'adolescente solitaria che non mangia più, a cui cucinarsi una pasta sembra un miracolo. il sobborgo di reykjavík dove vivono, un microcosmo islandese di pace stretto tra torrenti e immensi pascoli, li inghiotte in un'ovattata routine che fa da cassa di risonanza a ogni inquietudine. finché il piccolo aron, incrociando in diversi modi le loro strade, così sprovveduto e indifeso, fa scattare qualcosa: la compassione vince la solitudine e risveglia quel bisogno di connessione che è profondamente radicato dentro ciascuno. forse l'unica ancora di salvezza sono le altre persone, i legami umani, la solidarietà? con una scrittura delicata e di poetica eleganza, sotto la quale ribolle l'umanità dei suoi personaggi, guðrún eva mínervudóttir dà voce a donne e uomini infelici che cercano metodi per sopravvivere e scoprono l'empatia, imparando che «in ogni parola scambiata» può celarsi «la promessa di qualcosa di straordinario».