Risguardo di copertina
le due donne "da buttare" che danno il titolo a questo dittico – riproposto per la prima volta dalla pubblicazione nel 1976 – sono un'anonima casalinga di mezza età e una giovane ex prostituta, stellina. la loro voce e le loro storie, solo in apparenza opposte, risuonano in due monologhi accorati dai toni ora desolati, ora sarcastici, ora frenetici. la madre di famiglia esprime lo sconforto e la frustrazione del lavoro di casa, in una milano oppressa dallo smog che diventa emblema della sporcizia del mondo intero; stellina sembra aver saputo compiere scelte più coraggiose e consapevoli, fino a "togliersi dal giro", ma rimane ugualmente prigioniera di una società che non riconosce alle donne dignità e valore.
Risguardo di copertina
non ha importanza come io mi chiami. né a chi appartengano le vicende raccontate (storie dell'infanzia e maturità di una donna). appartengono, credo, a moltissime. non sono autobiografia, sono campione di esistenza al femminile. ogni ragazza dell'occidente percorre infatti fasi 'obbligatorie' dello sviluppo fisico e psichico. importante, è questo modello imposto e comune. rifletto sul destino della donna e mi domando: da dove proviene la forza prepotente che ci costringe a seguir quel modello? che ci impone di recitare, con la convinzione di prime attrici, una parte secondaria nell'esistenza sociale? che ci suggerisce di dire 'io' a voce bassa? risalgo ad eva, la mela e il serpente, e discendo dentro me stessa. frugo dietro le istituzioni sociali, dietro i tabù del sesso, nell'inconscio maschile. ma frugo anche nel mio inconscio che pullula di immagini compiacenti, deformate, della femminilità. e mi sforzo di toccare il fondo, di snidare quanto di ancora inconfessato giace nel ripostiglio della mia bell'anima tradizionale. spero che nessuno si scandalizzerà. io sono un'ammiratrice del dottor groddeck. e la missione materna della donna si avvia alla fine. offro questo documento non solo teorico in modesto contributo alla lotta della donna contro se stessa.