Risguardo di copertina
se «l'egitto è un dono del nilo», secondo la celebre definizione di erodoto, la russia è un dono del volga sembra suggerire janet m. hartley in questo corposo saggio: le acque del volga, nel loro percorso di oltre tremilacinquecento chilometri in mezzo a foreste, steppe e persino deserti, infatti, hanno giocato un ruolo chiave nelle vicende delle popolazioni ora facenti parte della federazione russa, di volta in volta dividendo o unendo le terre che solcano. storica frontiera tra la civiltà europea e quella asiatica, il maestoso fiume segna la linea di separazione e di incontro tra oriente e occidente: un crogiuolo di culture che rappresenta anche un punto di vista privilegiato e originale per osservare la storia delle genti che gravitano sulle sue sponde. dal vii secolo al giorno d'oggi, l'autrice segue lo sviluppo del fiume come arteria commerciale e confine strategico, delinea la sua influenza sull'arte e la letteratura russe, così come la funzione nella battaglia di stalingrado, oggi volgograd, decisiva per le sorti della seconda guerra mondiale.