Risguardo di copertina
dopo che la globalizzazione ha reso inutile il lavoro agricolo, in un futuro non troppo lontano le campagne sono deserte, mentre l’umanità è stipata in metropoli in cui tutti sono disposti a qualunque compromesso pur di avere il proprio spazio vitale. la classe politica se ne lava le mani e delega la soluzione del problema abitativo al neonato archivio, un gruppo raffazzonato di precari affamati, a cui promette un alloggio comodo. presto fatto, l’archivio redige un questionario: chi risponde racconta la propria vita e, se è unica e colpisce, si guadagnerà una casa. in fondo, con una storia ben raccontata si può ottenere di tutto. la precaria ilona kuusilehto si ritrova così a dover esaminare le risposte ma, paralizzata dalla sindrome dell’impostore, non sa come valutarle. eppure di storie incredibili ne legge: dall’intellettuale mitomane al truffatore che accoglie in casa un rifugiato, a una timorata di dio che crede sia tornato gesù in terra. una moltitudine di millantatori e ladruncoli in cui è difficile districarsi, tanto che anche la presidente del governo è ormai prossima al crollo emotivo. se la passano bene solo gli animali nelle campagne abbandonate, trovando una paradossale e civilissima armonia dopo l’esilio del troll mumin, che pontificava di marketing e branding. ironico e corrosivo, "la grande migrazione" racconta la storia rocambolesca di un’umanità che si è persa per strada e annaspa per restare a galla nel mondo invivibile da lei stessa costruito, dicendosi ingenuamente che fosse il migliore possibile.