Risguardo di copertina
lo spiega in queste pagine appassionate e lucide, intense e ricche di storie, che intrecciano un percorso personale e le prospettive di un paese da risollevare. attraverso le ragioni civili e quelle del cuore, l'anima e il cacciavite, che vanno usati insieme per vincere le paure del xxi secolo e combattere ingiustizie, nazionalismi, populismo. l'anima - con l'appello all'«essere liberi», liberi fino in fondo - richiama all'ispirazione degli ideali, ai valori non negoziabili che vanno anteposti, sempre, agli interessi del momento e al timore di perdere consenso. il cacciavite riporta alla concretezza e alla competenza necessarie per guarire una democrazia malata e attrezzarsi a una storica azione di ricostruzione dell'italia, fondata sulla dignità del lavoro, sulla lotta alle vecchie e nuove disuguaglianze, sulla promozione di un'idea di progresso e benessere all'altezza delle sfide di questo tormentato passaggio d'epoca. con la pandemia abbiamo sofferto tutti, ci stiamo rialzando, siamo cambiati. deve cambiare anche la politica. occorre passare dal partito del potere a quello dell'intelligenza collettiva, per aprirsi finalmente alla società accogliendo i tanti che credono nelle ragioni dell'impegno, ma che per anni hanno trovato le porte chiuse. una comunità che scommette sull'istruzione, sui giovani, sulle donne. che rilancia una norma di civiltà come lo ius soli. che combatte con forza per l'ambiente e la sostenibilità. che riafferma l'importanza di essere e sentirsi europei e, dunque, parte di un progetto più grande e ambizioso.
Risguardo di copertina
"due operai stanno ammucchiando mattoni lungo una strada. passa un viandante che s'informa sulla natura del loro lavoro. uno modestamente risponde: "sto ammucchiando mattoni". l'altro esclama: "innalzo una cattedrale!". il primo degli operai descritti da pietro nenni in parlamento, nel 1959, impila pietre: per sé e per guadagnarsi da vivere oggi. il secondo fa esattamente lo stesso, ma sa di costruire qualcosa di grande per il futuro. proprio il futuro è l'orizzonte di riferimento di chi contribuisce alla costruzione di una cattedrale. un lavoro che costa fatica, non produce vantaggi personali immediati, ma rimarrà nei secoli. e la cattedrale si rivelerà tanto più solida e splendente quanto maggiore sarà la partecipazione della comunità alla sua realizzazione. il nostro paese ne è disseminato: opere dell'ingegno e dell'arte fatte in nome di un progetto alto e condiviso. oggi è difficile anche solo immaginare qualcosa di simile. che ne è stato di quell'ansia di futuro? enrico letta non ha dubbi: anche la crisi economica e sociale che stiamo vivendo è figlia del "presentismo". della tendenza a sacrificare all'utilità del momento ogni investimento nel futuro che richieda tempo, capacità, pazienza. l'italia è ammalata di "presentismo" come e forse più degli altri paesi avanzati. la politica riflette e amplifica questa malattia. eppure, è questo il momento di ritrovare l'ambizione di realizzare progetti solidi e duraturi. la cattedrale può essere una risposta alla crisi.