Autore selezionato: LIPPERINI LOREDANA

In questa pagina vengono riportate tutte le opere, presenti nel nostro catalogo, di LIPPERINI LOREDANA.

DI MAMMA CE N'E' PIU' D'UNA

Genere: SOCIOLOGIA

Formato: MP3

Livello di lettura: SECONDO LIVELLO

Risguardo di copertina

il palazzo d'inverno di pechino era luogo di meraviglie e splendore. l'imperatore della cina, che deteneva il potere più alto, era prigioniero del suo palazzo, proprio in virtù di quel potere. anche la maternità è un palazzo d'inverno: dove è splendido aggirarsi ma da dove non si può uscire. per secoli è stato l'unico potere concesso alle donne, e oggi torna a essere prospettato come il più importante: l'irrinunciabile, anzi. lo ribadiscono televisione, giornali, libri, pubblicità, blog. alle donne, in nome del nuovo culto della natura, si chiede di allattare per anni e di dedicare ogni istante del proprio tempo ai figli: si dice loro che tornando a chiudersi in casa, facendo il sapone da sole e lasciando libero il proprio posto di lavoro salveranno il paese, e forse il mondo, da una crisi economica devastante. oppure, se proprio vogliono lavorare, devono diventare "mamme acrobate" in grado non solo di conciliare lavoro e famiglia, ma di farlo con il sorriso sulle labbra e la battuta pronta, magari per raccontarsi su blog che sono il territorio di caccia preferito per tutte le aziende che producono passeggini e detersivi. nell'italia dove il mito del materno è potentissimo per le madri si fa assai poco sul piano delle leggi, dei servizi, del welfare, dell'occupazione, dell'immaginario. ma invece di unirsi, le donne si spaccano: le fautrici dei pannolini lavabili contro le "madri al mojito", madri totalizzanti contro le madri dai mille impegni, femminismi contro femminismi.

L'ARRIVO DI SATURNO

Genere: ROMANZO

Formato: DAISY

Livello di lettura: SECONDO LIVELLO

Risguardo di copertina

(non indicato)

L'HO UCCISA PERCHE' L'AMAVO

Genere: SOCIOLOGIA

Formato: DAISY

Livello di lettura: PRIMO LIVELLO

Risguardo di copertina

li chiamano delitti passionali, raptus, incidenti. chi li ha compiuti racconta che ha perso la testa, che è stato un attimo, che amava la donna che ha ucciso. non è vero. il numero di donne uccise dagli uomini ogni anno in questo paese parla chiaro: per quanto si cerchi ancora di rubricarli come casi singoli di follia circoscritta, i femminicidi appaiono sempre più chiaramente come un fenomeno culturale. in questo processo di minimizzazione le parole che usiamo per raccontare gli uomini, le donne e le loro relazioni hanno un peso enorme e ancora troppo poco considerato da chi pratica la parola pubblica e ha la responsabilità di renderne conto. così negli ultimi anni è accaduto che si siano mobilitate associazioni contro la pubblicità sessista, che le donne si siano organizzate anche in piazza per chiedere maggiore rispetto dalle istituzioni e che si sia alzata la voce per pretendere maggiori investimenti verso i centri di accoglienza e supporto contro la violenza. ma in questo moto evidente di sensibilizzazione è accaduto anche che i professionisti della parola – giornalisti e giornaliste, professionisti televisivi e opinionisti a tutti i livelli mediatici – poche volte abbiano sentito altrettanto forte il desiderio di riflettere sul linguaggio che racconta la relazione tra i sessi e sulle sue conseguenze. questo libro vuole smontare i luoghi comuni più pervicaci a proposito del femminicidio. partire dalle parole per rileggere e decostruire l’immaginario. perché le parole cambino e magari cambino, soprattutto, i fatti.