Risguardo di copertina
in un mattino simile a tanti altri g.h., donna sicura della propria identità e delle proprie scelte, si scontra con un fatto, un evento infimo e mostruoso, che avrà sulla sua vita un effetto fortemente traumatico. in un lungo, minuzioso monologo g.h. riferisce il suo viaggio, allucinato, all’interno di una stanza: “creerò ciò che mi è accaduto. solamente perché vivere non è narrabile. vivere non è vivibile”. solo attraverso la totale perdita dell’identità, nello spaesamento, nel disorientamento, g.h. comprende che il vivere è “cosa sovrannaturale”, che “essere io,” scrisse alfredo giuliani in occasione della prima edizione italiana, “non è una peculiarità umana perché proviene da una fonte anteriore e assai più grande, da una materia infinitamente più ricca e sconosciuta”. una estenuata interrogazione sul senso di vivere e la ricerca continua della faccia nascosta della realtà.