Risguardo di copertina
cosa succede quando a tenere in ostaggio una scuola non sono gli studenti in autogestione ma un preside che ci si è barricato dentro? e chi è questo preside? un folle? un disperato? forse. o forse solo un uomo portato a vedere troppo lontano, dove non ci sono piú difese e l'unico imperativo diventa resistere e cedere, imparare a dire basta e a dire ancora, provare a lasciare un'impronta di gioia, perché «per la felicità servono spazi grandi e qualcuno che li sogni con coraggio». nella tensione dell'assedio, si dipana la storia concreta e metafisica di un antieroe dei nostri tempi: un uomo che non si arrende all'insensatezza della vita e che un attimo prima della fine spera, forse, d'imparare l'ultima lezione.
Risguardo di copertina
trascinata da pensieri piccoli e grandi, in mano tre rose regalate da una zingara, paolina va a trovare i tre ragazzi con cui ha avuto una storia d’amore: uno di loro di sicuro è il padre del bambino che ha in pancia. il primo è un punk che suona in un centro sociale, il secondo è un borghese che tira di scherma, il terzo è un amico pieno di problemi. sono incontri difficili, vibranti, deludenti. nessuno di quei ragazzi vuole essere il padre di suo figlio: sono giovani, felici e infelici, confusi e spaventati, hanno la vita davanti. e così arriva la sera, il buio, la paura. paolina si ritrova da sola: apre una portiera e dorme in una macchina parcheggiata. ma all’alba il cellulare suona, e sarà una telefonata incredibile, assurda, miracolosa. la telefonata di qualcuno che sa come proteggerla perché conosce da sempre la sua solitudine. lodoli ancora una volta cuce in una storia il finito e l’infinito, la fragilità e l’assoluto, il tempo e l’eternità. paolina è una ragazza di oggi, eppure sembra quasi una creatura celeste, chiamata a un compito supremo.