Autore selezionato: LONGANESI LEO

In questa pagina vengono riportate tutte le opere, presenti nel nostro catalogo, di LONGANESI LEO.

CI SALVERANNO LE VECCHIE ZIE?

Genere: ROMANZO

Formato: DAISY

Livello di lettura: PRIMO LIVELLO

Risguardo di copertina

le vecchie zie... tutte maestre, "fusti di quercia, dalle radici ben solide", "custodi dell'ordine classico", "fedeli gendarmi dello stato", e ancor più fedeli all'avarizia come "segno di decoro... atto di fede... principio morale... norma pedagogica". romantico fustigatore dei costumi, leo longanesi sapeva benissimo che le vecchie zie, specie in via di estinzione, non ci avrebbero salvato, messe in soffitta come busti impagliati, spodestate dal progresso e da nipoti coi sogni a colori. erano l'emblema di una borghesia dal candore provinciale antica già allora (nel 1953), che aveva fatto le ossa al paese e l'aveva tenuto in piedi, che amava le cose solide e ben fatte: longanesi la guarda da lontano, con rispetto e un pizzico di nostalgia. quella che da par suo sbeffeggia in questo libro è una borghesia (grossa e piccola) dimentica di tutto, di un passato del quale ha ingigantito i pochi vizi e perduto le molte virtù, orfana dei doveri ma con il mito dell'automobile, che considera la cultura un lusso inutile e palpita per i bagni in ceramica, accomunata tutta da "uno scopo breve, una mira corta". si afferma il 'bru-bru', versione riveduta e scorretta del 'travet' del buon tempo andato e antesignano dell'odierno portaborse. nella milano delle primissime insegne al neon un napoletano cerca lavoro con un sorriso, gli operai sciamano in bicicletta verso le fabbriche di una periferia che sta cambiando, le case che a poco a poco invadono i prati. dopo oltre mezzo secolo le pagine di questo moralista scomodo del novecento italiano conservano intatta la loro carica corrosiva, e profetica. lo spirito acre che le attraversa è temperato da una carezza che prepara la frustata, il motto definitivo. e tutto è scritto in una prosa intinta nel vetriolo ma di eleganza soave, la cui semplicità è il frutto di mille disgusti e di una dottrina antica.

PARLIAMO DELL'ELEFANTE

Genere: DIARI

Formato: DAISY

Livello di lettura: PRIMO LIVELLO

Risguardo di copertina

capitolo fondamentale di quella "storia di un italiano" di cui "in piedi e seduti" (1948) traccerà il profilo tra il 1919 e il 1943, "parliamo dell'elefante" (1947) prende in considerazione gli anni tra il 1938 e il 1946. anni cruciali, che ritornano puntualmente in questi "frammenti di un diario" recuperati e riordinati ancora a caldo, in un tumultuoso dopoguerra. appunti, riflessioni, note di lettura, opinioni, incontri, veri e propri piccoli racconti si compongono in una narrazione ove il gusto per la battuta feroce, per l'epigramma assassino, per la definizione fulminante è al contempo alto esercizio di stile e puntuale testimonianza. il pigro anteguerra, l'ambiente degli intellettuali romani, il ricordo della natia romagna, le prime conseguenze del conflitto, l'attesa della caduta del fascismo, l'avventurosa fuga attraverso l'abruzzo sino a bari, la precaria esistenza nella napoli occupata dagli americani, il ritorno a roma e poi a milano in un'italia che medica le sue ferite ed è già preda di nuove contraddizioni e soprusi sono i principali momenti del diario, le tappe essenziali di un viaggio nella memoria. personaggi famosi - gerarchi e cospiratori, scrittori e politicanti, gente di cinema e gente di mondo - appaiono e rapidamente scompaiono dalle pagine, ma accanto a loro prendono vita, umili e sofferenti, pigri e meschini, furbi o ingenui, uomini e donne di tutti i giorni - reduci, prostitute, soldati, contadini, popolani e piccoli borghesi - in un autentico spaccato della società italiana, dei suoi eroismi e delle sue miserie materiali e morali.