Risguardo di copertina
david lubrano si guadagna da vivere regalando risate. livornese tagliente, nel 1992 viene reclutato a striscia la notizia. per una crudele beffa del destino, proprio in quell'anno, vissuto nella galassia rutilante e ridanciana di antonio ricci, comincia la sua odissea tragica. malori inspiegabili, esami clinici sballati, medici che si lanciano in ipotesi disparate. e superficiali. dopo un tour per ospedali, arriva la diagnosi: david è affetto da emoglobinuria parossistica notturna (epn). con questo nome non sembra una cosa seria, eppure è una patologia del sangue grave e rara, talmente rara da essere definita "orfana". in altre parole, una malattia su cui non s'investe un soldo in ricerca perché "ce l'hanno solo in quattro". "no globul" è il racconto tragicomico di oltre dieci anni di calvario: tragico perché ripercorre le esperienze di un uomo che vede la morte in faccia e descrive ambienti squallidi e dolenti, ma anche comico perché david non perde mai il suo spirito e, con penna affilatissima, mette in luce gli aspetti ridicoli e grotteschi in ogni situazione, come nella guerra fra malati per un albero porta-flebo o nella prassi ospedaliera, spesso indelicatamente disinvolta, del clistere. con una finissima e talvolta scomoda analisi psicologica di pazienti, medici e parenti, e con una critica corrosiva della sanità italiana, questo è un libro importante che emozionerà tutti, anche chi per sua fortuna non ha mai messo piede in ospedale.