Risguardo di copertina
stavolta mahfuz traccia il profilo di una famiglia della classe media cairota durante i primi anni ottanta, sotto la presidenza di sadat. in egitto quella fu un'era di transizione, un periodo di crisi profonda in cui gente normale di ogni tipo e provenienza veniva spinta verso il cosiddetto abisso dell'infitah. in questa folle corsa tutto era sovrastato da un senso di "fine", una sensazione di panico, mentre persone innocenti assistevano impotenti alla rapida disintegrazione del loro mondo. un intero stile di vita con le sue tradizioni antiche e i suoi valori tramandati di generazione in generazione si stava sgretolando, aprendo la strada a un nuovo materialismo spietato nel regno dei corrotti, dove solo i piã¹ forti potevano sopravvivere.
Risguardo di copertina
la caduta di una dinastia ai piedi di un'immensa piramide: cheope, oziando davanti ai lavori per la costruzione del suo monumento funebre, apprende dall'indovino djedi la fine certa della sua stirpe. lui, il faraone, come rivela il veggente, sarà l'ultimo della sua genia a regnare in terra d'egitto. qualcun altro gli succederà sul trono. sarà un uomo che, adesso, è un neonato nella città di awn, un infante generato da man-ra, il grande sacerdote di ra, e dalla giovane moglie radde didit. cheope e il crudele figlio, il principe rekhaef, partono alla caccia del futuro usurpatore, ma, per un gioco degli eventi, il piccolo si salva e sarà allevato dalla serva zaya che, millantandone la maternità, lo crescerà nella casa del suo nuovo consorte, bisharo, insieme agli altri due figli di lui, khana e nafa. il futuro faraone, il bambino dedefra, vivrà un'infanzia serena e agiata. il giovane intraprenderà la carriera militare: ormai uomo, sarà a capo dell'esercito di rekhaef e, nel palazzo del principe, riuscirà a coronare il suo tanto atteso sogno d'amore con la bellissima principessa meresankh, figlia del faraone e sorella del principe. ma la maledizione seguirà il suo corso e gli eventi, le insidie e i tradimenti faranno di cheope lo stesso artefice della temuta profezia: dedefra, per un amaro gioco del destino, rappresenterà l'unica possibilità di salvezza per il regno. la forza degli eventi porterà, infatti, il valoroso dedefra e l'amata meresankh, moglie del futuro e figlia del passato egitto, a ricoprire i difficili ruoli che conferisce la storia. il dolore di un re tradito, ma soprattutto il sacrificio di un padre, al servizio della sua sacra terra, compongono l'epilogo di uno tra gli indiscussi capolavori della letteratura egiziana contemporanea, regalandoci pagine di saggezza e di verità.
Risguardo di copertina
nagib mahfuz, prolifico scrittore egiziano, nato nel 1911 e insignito del premio nobel nel 1988 - laureato in filosofia, giornalista e sceneggiatore - è stato sollecitato dal mondo fiabesco di sharazàde non tanto perché intendesse ricostruire la complessità e l'inesauribile ricchezza fantastica delle "mille e una notte", quanto perché interessato a rispondere a una domanda sempre intrigante: può il talento affabulatorio di un essere umano mutare la natura dell'interlocutore, può veramente risvegliare la "pietas" in un individuo assetato di sangue e di vendetta?