Risguardo di copertina
una scena di guerra impressa nella nostra memoria, il duello tra due giovani principi invincibili e possenti che omero ci ha narrato con l'epica potenza ispirata dagli dèi, diventa con malouf il racconto umanissimo e moderno dei sentimenti che muovono le loro anime. e tocca le nostre. questa versione dell'iliade si apre con achille, fuori di sé dal dolore per la morte dell'amico patroclo. dalle mura di troia priamo lo osserva perpetrare lo strazio estremo del cadavere del figlio ettore, trascinato inerme dietro il cocchio, nella polvere. ma, pensa il padre affranto, deve esistere un modo per farsi restituire il suo corpo. un modo grazie al quale le parole di un dialogo possano prevalere sulla furia sorda dell'eroe guerriero, per superare le regole ferree e immutabili della tradizione e per forzare la mano del fato. e allora priamo, spogliatosi delle insegne regali e indossata una semplice tunica, sale su un carro tirato da muli e guidato da un vecchio come lui, e si avvia umile, ma fermamente deciso, verso l'accampamento greco. non per incontrare il feroce nemico, l'assassino del suo stesso sangue, ma un altro giovane uomo. che potrebbe essere suo figlio. un guerriero che è anche padre e al cui senso paterno priamo si appella. ricordandogli che siamo tutti esseri umani e quindi mortali, una condizione che ci accomuna non solo nel dolore, ma soprattutto nella compassione.
Risguardo di copertina
platone racconta come zeus decise a un certo punto di popolare la terra. ma, invece di occuparsi personalmente della creazione, affidò il compito al titano prometeo. a sua volta prometeo diede l'incarico al fratello gemello epimeteo, e si sa che i lavori in subappalto non sempre sono i migliori. epimeteo, infatti, cominciò bene, attribuendo a ciascuna creatura pellicce per l'inverno, artigli per la difesa, ali per la fuga, ma si ritrovò alla fine con un essere tutto nudo, l'uomo, e senza più dotazioni. prometeo fu costretto a intervenire. per rimediare all'errore, rubò la scintilla divina e diede all'uomo l'intelligenza, l'inventiva e la curiosità. tutti gli strumenti, insomma, per vivere - quasi - divinamente. è quel "quasi" a renderci irrequieti, sempre tesi alla ricerca di qualcosa di più. essere felici è allora una questione di attimi, che ciascuno, in ciascuna epoca, trova nei modi più diversi: in un momento tutto per sé, nei piaceri della carne, nel perseguire il bene comune, nell'amore per un altro. oggi anche nell'appartenenza a comunità virtuali, nel rumore di fondo di un'informazione costante e reticolare. con grande semplicità e folgorante spirito di osservazione, malouf trae dall'arte, dalla storia e dalla letteratura gli esempi necessari per guidare il lettore nella sua personale ricerca: dalla dichiarazione di thomas jefferson sul diritto alla felicità, che è alla base della costituzione americana, ai piaceri della carne sublimati in pittura...