EURIDICE AVEVA UN CANE
Genere: RACCONTI - NOVELLE
Formato: MP3
Livello di lettura: SECONDO LIVELLO
Risguardo di copertina
paura e umorismo, un intreccio di invenzioni, finali inattesi e sarcastici caratterizzano questi racconti. dopo i fondali gotici ed elisabettiani dei romanzi, i luoghi che fanno da sfondo ai racconti sono meno esotici, ma non meno inquietanti: un luogo di villeggiatura sul lago maggiore, un collegio a quarto dei mille, tagli urbani gremiti di quei segnali che solo una furiosa paranoia riesce a decifrare.
FANTASMAGONIA
Genere: RACCONTI - NOVELLE
Formato: DAISY
Livello di lettura: PRIMO LIVELLO
Risguardo di copertina
la scrittura di mari, ha detto ranieri polese, è "qualcosa che somiglia a un sogno". le sue storie sono delle anomalie letterarie in cui possono convivere e dialogare personaggi storici e d'invenzione, struggimenti e nevrosi. in questi racconti d'impronta fantastico-nera prende forma un universo immaginifico impetuoso e visionario, che non rinuncia mai al gioco né alla divagazione colta. cosi si ragiona intorno a ii cielo in una stantia e subito dopo ci s'imbatte in omero e borges, ciechi e in carrozzella, che commentano la finale dei mondiali grecia-argentina. oppure si scopre che dietro jakob e wilhelm grimm c'è un terzo fratello segregato che inventa storie al posto loro. con una simile cosmologia di figure mitiche o letterarie, personaggi ossessivi e ville infestate da spiriti, un tassello dopo l'altro mari disegna perfettamente la sua idea di letteratura e di mondo. come nel racconto finale, in cui - gettando una luce retrospettiva su tutta l'opera dell'autore - si spiega dove, come e perché nasce un fantasma.
I DEMONI E LA PASTA SFOGLIA - 1 PARTE
Genere: LETTERATURA
Formato: DAISY
Livello di lettura: PRIMO LIVELLO
Risguardo di copertina
la letteratura è ossessione. è un demone polimorfo che può assumere le bianche fattezze di moby dick o l'aspetto mostruoso dei crostacei di wells, che può abitare tra le nevi di london, sulle aspre montagne della follia di lovecraft o nel condominio suburbano di ballard. è nella luna precipitata in un camino di landolfi, nell'occhio cieco del gatto di poe, nei topi di steinbeck. si insedia tra le ecolalie di gombrowicz come nello sdegno con cui l'ingegner gadda oppone titanicamente un principio d'ordine al grottesco, alla vigliaccheria, all'ingiustizia del reale. l'ossessione è destino e forma, nevrosi e scrittura, e scrivere significa «consegnarsi inermi agli artigli dei demoni». "i demoni e la pasta sfoglia" è il libro in cui michele mari affida alla forma-saggio quel rapporto inquieto e vitale con la tradizione che altrove ha esplorato attraverso il racconto, il romanzo, la poesia. testi che compongono un'indispensabile cartografia letteraria, seguendo punti di fuga inediti e rintracciando parentele inaspettate: il sadismo di stephen king e quello di collodi, la misantropia di celine e la bibliolatria di kien in "auto da fé", il riemergere del lupo in buck nel "richiamo della foresta" e la voluttà con cui gregor samsa si abbandona alla nuova identità di insetto. e poi gli innumerevoli mostri e le infinite stilizzazioni con cui ogni grande scrittore non fa altro che parlare di se stesso, dei propri desideri e delle proprie ferite. accettando sfide spesso eluse della critica, mari finisce per modellare le sembianze di un nuovo canone, che attinge tanto alla letteratura gotico-fantastica quanto a forme di scrittura come manierismi e pastiche che, grazie alla loro «natura esibi-toria», rivelano la propria paradossale autenticità, il proprio osceno realismo. ma "i demoni e la pasta sfoglia" è soprattutto una dichiarazione di poetica in controluce, in cui lo scrittore di "fantasmagonia" e "tu, sanguinosa infanzia" mostra il suo rapporto vampiresco con una tradizione eletta a dimora, in una dialettica serrata tra mostruosità e stile, morte e scrittura, persistenza dell'infanzia e attrazione per l'abisso.
I DEMONI E LA PASTA SFOGLIA - 2 PARTE
Genere: LETTERATURA
Formato: DAISY
Livello di lettura: PRIMO LIVELLO
Risguardo di copertina
la letteratura è ossessione. è un demone polimorfo che può assumere le bianche fattezze di moby dick o l'aspetto mostruoso dei crostacei di wells, che può abitare tra le nevi di london, sulle aspre montagne della follia di lovecraft o nel condominio suburbano di ballard. è nella luna precipitata in un camino di landolfi, nell'occhio cieco del gatto di poe, nei topi di steinbeck. si insedia tra le ecolalie di gombrowicz come nello sdegno con cui l'ingegner gadda oppone titanicamente un principio d'ordine al grottesco, alla vigliaccheria, all'ingiustizia del reale. l'ossessione è destino e forma, nevrosi e scrittura, e scrivere significa «consegnarsi inermi agli artigli dei demoni». "i demoni e la pasta sfoglia" è il libro in cui michele mari affida alla forma-saggio quel rapporto inquieto e vitale con la tradizione che altrove ha esplorato attraverso il racconto, il romanzo, la poesia. testi che compongono un'indispensabile cartografia letteraria, seguendo punti di fuga inediti e rintracciando parentele inaspettate: il sadismo di stephen king e quello di collodi, la misantropia di celine e la bibliolatria di kien in "auto da fé", il riemergere del lupo in buck nel "richiamo della foresta" e la voluttà con cui gregor samsa si abbandona alla nuova identità di insetto. e poi gli innumerevoli mostri e le infinite stilizzazioni con cui ogni grande scrittore non fa altro che parlare di se stesso, dei propri desideri e delle proprie ferite. accettando sfide spesso eluse della critica, mari finisce per modellare le sembianze di un nuovo canone, che attinge tanto alla letteratura gotico-fantastica quanto a forme di scrittura come manierismi e pastiche che, grazie alla loro «natura esibi-toria», rivelano la propria paradossale autenticità, il proprio osceno realismo. ma "i demoni e la pasta sfoglia" è soprattutto una dichiarazione di poetica in controluce, in cui lo scrittore di "fantasmagonia" e "tu, sanguinosa infanzia" mostra il suo rapporto vampiresco con una tradizione eletta a dimora, in una dialettica serrata tra mostruosità e stile, morte e scrittura, persistenza dell'infanzia e attrazione per l'abisso.
IO VENIA PIEN D'ANGOSCIA A RIMIRARTI
Genere: ROMANZO
Formato: DAISY/CASSETTA
Livello di lettura: PRIMO LIVELLO
LEGGENDA PRIVATA
Genere: LETTERATURA
Formato: DAISY
Livello di lettura: PRIMO LIVELLO
Risguardo di copertina
l'accademia dei ciechi ha deliberato: michele mari deve scrivere la sua autobiografia. o, come gli ha intimato quello che gorgoglia, «isshgioman'zo con cui ti chonshgedi». se hai avuto un padre il cui carattere si colloca all'intersezione di mosè con john huston, e una madre costretta a darti il bacino della buonanotte di nascosto, allora l'infanzia che hai vissuto non poteva definirsi altro che «sanguinosa». poi arriva l'adolescenza, e fra un viscido bollito e un mottarello, in trattoria, avviene l'incontro fatale: una cameriera volgarotta e senza nome che accende le fantasie erotiche del futuro autore delle cento poesie d'amore a ladyhawke... ma è davvero una ragazza o un golem manovrato da qualche entità? assieme a lei, in una «leggenda privata» documentata da straordinarie fotografie, la famiglia dell'autore e il suo originalissimo lessico. e poi la scuola, la cultura a milano negli anni sessanta e settanta, e alcune illustri comparse come dino buzzati, walter bonatti, eugenio montale, enzo jannacci e giorgio gaber. chiamando a raccolta tutti i suoi fantasmi e tutte le sue ossessioni (fra cui un numero non indifferente di ultracorpi), michele mari passa al microscopio i tasselli di un'intera esistenza: la sua. un romanzo di formazione giocoso e serissimo che è anche un atto di coerenza verso le ragioni piú esose della letteratura.
LOCUS DESPERATUS
Genere: ROMANZO
Formato: DAISY
Livello di lettura: PRIMO LIVELLO
Risguardo di copertina
a tutti, prima o poi, è toccato separarsi da qualcosa che reputavamo soltanto nostro: ma senza ciò che ci appartiene sapremmo ancora dire chi siamo davvero? il protagonista di questo romanzo abita un appartamento arredato con grande gusto e altrettanta paranoia, due caratteristiche da cui è difficile liberarsi. soprattutto nel momento in cui si riceve un’improvvisa richiesta di sfratto, che sembra avere una genesi ultraterrena… del resto, una casa stregata può essere una maledizione, oppure l’occasione per comporre un inventario del proprio passato. «ridotto così, ero re: delle mie cose, delle mie collezioni, dunque di me, che in quelle collezioni avevo sistematicamente trasferito ogni mia più intima particola». in filologia, il locus desperatus indica un passo testuale corrotto e insanabile, per il quale il filologo è costretto a gettare la spugna contrassegnandolo con la cosiddetta «croce della disperazione». e a dare l’avvio a questa storia è proprio una piccola croce, disegnata nottetempo con un gessetto su una porta. un mattino, uscendo dal suo appartamento, il protagonista nota quel segno appena sopra lo spioncino dell’ingresso di casa: chi può essere stato a farlo, e che significato ha? l’uomo cancella la croce, ma il giorno seguente, e poi quello ancora successivo, il segno ricompare implacabile. il mistero s’infittisce quando al residente viene imposto uno scambio: qualcuno prenderà il suo posto, e lui dovrà giocoforza trasferirsi. ma cambiando abitazione sarà costretto a cambiare anche identità: tutte le cose dentro l’appartamento, infatti, dovranno a loro volta scegliere. o fuggiranno insieme a lui, oppure passeranno a un nuovo proprietario – macchiandosi di alto tradimento. perché ogni oggetto amato ha un’anima, e dunque una sua volontà. da sempre le case, nella storia della letteratura così come nella vita, sono il luogo dove gli avvenimenti più banali si mescolano a quelli fatidici. l’abitazione al centro di “locus desperatus”, però, assomiglia alla hill house immaginata da shirley jackson, o alla casa usher di poe: un’entità senziente, con un suo carattere ben preciso. un luogo dove l’inconscio di chi ci abita, dopo una lunga frequentazione, è divenuto tutt’uno con i libri, le stampe, gli oggetti e i ricordi d’infanzia. e chi meglio di michele mari poteva raccontare lo struggimento e le ossessioni per i feticci accumulati nel corso di un’esistenza, ingaggiando un duello con la propria memoria affettiva? l’autore di “verderame” e di “leggenda privata” ci consegna una stramba discesa agli inferi e insieme una spietata tassonomia dei ricordi. un romanzo tormentato e divertente sul senso ultimo che diamo agli oggetti: «senza le mie cose io non sarei stato più io, e senza di me loro non sarebbero state più loro».
RODERICK DUDDLE
Genere: ROMANZO
Formato: DAISY
Livello di lettura: PRIMO LIVELLO
Risguardo di copertina
figlio di una prostituta, roderick cresce tra furfanti e ubriaconi all'oca rossa, fumosa locanda con annesso bordello. quando la madre muore, il proprietario pensa bene di cacciarlo: quello che entrambi ignorano è che nel destino di roderick è nascosta un'immensa fortuna, e quel medaglione che porta al collo ne è la prova. il ragazzino si ritrova alle calcagna una folla di balordi, mentecatti, loschi uomini di legge e amministratori, assassini, suore non proprio convenzionali - ognuno deciso a impadronirsi in un modo o nell'altro di una parte del bottino. e cosi roderick fugge, per terra e per mare, in un crescendo di imprevisti, omicidi, equivoci e false piste. "roderick duddle" è insieme summa e reinvenzione del percorso letterario di michele mari: guardando a dickens e stevenson, mai cosi amati, disegna una parabola sulla cupidigia e sulla stupidità dell'uomo, ma anche sulla sua capacità di stupirsi di fronte al meraviglioso.
TUTTO IL FERRO DELLA TORRE EIFFEL (VINCITORE DEL PREMIO BAGUTTA 2003)
Genere: ROMANZO
Formato: DAISY/CASSETTA
Livello di lettura: PRIMO LIVELLO
Risguardo di copertina
nel 1936 i falangisti fucilano garcía lorca, gide torna dal suo viaggio in unione sovietica, hitler e mussolini stabiliscono l'asse roma-berlino, céline consegna all'editore denoel un rovente libello intitolato "mea culpa", a milano muore la madre di carlo emilio gadda. e anche la parigi geometrica di haussmann sembra pronta ad arrendersi a un destino di catastrofe. solo i passages, in questo romanzo fantastico di michele mari, rimescolano i tempi storici facendo incontrare i vivi e i morti in un sottomondo onirico carico di reminiscenze e di premonizioni. ci sono luoghi e tempi, nella storia, in cui tutto si sfiora: il gioco doloroso e affascinante di questo libro è fermarsi sul crocevia, e provare a dar vita alle parole mai dette, alle piú insospettabili affinità. far dialogare il nano di "auto da fé" con louis renault, la bambola di alma mahier amata da kokoschka con gli scrittori morti suicidi, lindbergh con il dottor caligari, la nascita della modernità con il demone che la divora... chi meglio di walter benjamin potrebbe accompagnare il lettore per dettagli e diversioni in quest'universo mitico e allegorico dove gli oggetti si animano, gli autori vengono inseguiti dai loro personaggi, i feticci possono essere chiavi di salvezza o di dannazione? il suo è il gesto di chi apre i bauli di una vecchia soffitta per vedere la verità che le cose assumono nell'oblio, come solo può chi sa guardare il presente come se fosse già passato.