Risguardo di copertina
il 13 febbraio 1945 alle 22.03, 244 bombardieri britannici e 9 marcatori sganciarono sulla città tedesca di dresda qualcosa come 880 tonnellate di bombe esplosive e incendiarie. all'inizio del giorno seguente, i bombardieri americani finirono ciò che era rimasto. nel giro di quattordici ore, la città fu così completamente distrutta in uno degli attacchi più devastanti della seconda guerra mondiale. a raccontare, in questo libro monumentale, quella drammatica notte e i giorni che seguirono sono i sopravvissuti, miracolosamente scampati alla tempesta di fuoco che incenerì palazzi storici, ridusse in macerie strade e abitazioni, e uccise, secondo le stime, 25.000 persone. accanto ai loro tragici ricordi, i diari e le lettere di quanti, rischiando a propria volta la vita, ubbidirono all'ordine di radere al suolo la città, in un'azione che turbò a lungo le loro coscienze. ancora oggi, a settantacinque anni di distanza, dresda è rimasta il simbolo dell'oscenità della guerra e il suo nome associato all'annientamento, come già per hiroshima e nagasaki. nel corso dei decenni, del carattere morale – o immorale – sia del comportamento della città sotto il nazismo sia della decisione di distruggerla con il fuoco s'è discusso con rabbia, rimorso e dolore in gradi variabili. dibattiti che fanno ancora parte del paesaggio: a dresda il passato è nel presente. per quanto la città sia stata infatti miracolosamente ricostruita, e i restauri scrupolosi fin nei minimi dettagli, è ancora in qualche modo possibile scorgerne le rovine. ma le toccanti pagine di sinclair mckay non parlano soltanto di un'indicibile catastrofe, restituiscono anche la vita della città prima e dopo l'attacco, il lungo periodo di ricostruzione e recupero, e soprattutto il racconto di come tante vite spezzate siano riuscite a rigenerarsi.