Risguardo di copertina
studiosi e brillanti, tre amici di napoli festeggiano la laurea con una birra e si chiedono che cosa fare ora. ilaria ha la risposta e un biglietto in tasca: vuole viaggiare e guadagnare. a milano l'aspetta una multinazionale, e pazienza se dovrà vivere in un buco, sgobbare a testa bassa, e sopportare i sospiri strappacuore di un padre che la vorrebbe con sé. michele, architetto geniale e indolente, qualche dubbio ce l'ha, ma ha ricevuto un'offerta da londra che in italia manco si sarebbe sognato, e parte. la nostalgia della sua terra la coltiverà via facebook, perché di sentimenti non si campa. e qui chi rimane? si domanda diego armando, che con un nome così non potrebbe certo vivere altrove. accetta un posto precario all'università, dove il professor tuccillo - nipote, figlio e cugino di inamovibili baroni - gli garantisce tanto lavoro in cambio di tantissime promesse. e nient'altro. quando anche l'ultima si rivela una bufala, il ragazzo deve rassegnarsi: amare le proprie radici è un lusso che non si può permettere. ma neppure gli amici, lanciatissimi e in carriera, sono soddisfatti, e giorno dopo giorno la nostalgia li consuma. allora qual è la soluzione? chiede antonio menna: prepariamo giovani pieni di talento e li costringiamo ad andarsene. forse una speranza esiste, e sta nell'ostinazione un po' incosciente di chi crede che realizzarsi a napoli - e anche nel resto d'italia - non sia solo un'utopia.