Risguardo di copertina
"odiavo praticamente tutto. ero sempre molto infelice e arrabbiata." eileen è una ragazza diversa da tutte le altre: non cerca di rendersi attraente, è trasandata, ossuta, non ascolta i beatles, non le interessano le cose alla moda o popolari. intrappolata in una cittadina di periferia, vive in una casa sporca e buia prendendosi cura del padre alcolizzato e lavora in un riformatorio per adolescenti maschi, dove segue e fa seguire le regole come le ha insegnato l'educazione conservatrice e cattolica che ha ricevuto. la sua vita è spenta e noiosa come le gonne di lana al ginocchio e le calze spesse che indossa. ogni mattina sale sulla sua vecchia dodge, rischiando un'intossicazione da monossido di carbonio per il tubo di scappamento che non si preoccupa di far riparare; va al lavoro, timbra il cartellino in entrata e in uscita, guarda scorrere le ore sull'orologio a parete; affronta le giornate indossando "una maschera mortuaria" dietro cui nasconde in realtà una rabbia furiosa, pulsioni frustrate e pensieri sempre in movimento. finché non arriva rebecca saint john, la nuova educatrice del riformatorio, che con il suo travolgente carisma cattura irrimediabilmente eileen. avvicinandosi a lei, la ragazza comincia a vedere uno spiraglio della libertà tanto desiderata. ma fino a che punto è disposta a spingersi per inseguire il miraggio di quest'amicizia? eileen è una storia di ribellione ed emancipazione, non solo da un ambiente claustrofobico e oppressivo, ma anche dalle strette prigioni interiori in cui a volte finiamo per rinchiuderci.
Risguardo di copertina
l'esperimento di "ibernazione" narcotica di una giovane donna, aiutata e incoraggiata da una delle peggiori psichiatre della storia. new york, all'alba del nuovo millennio. la protagonista gode di molti privilegi, almeno in apparenza. è giovane, magra, carina, da poco laureata alla columbia e vive, grazie a un'eredità, in un appartamento nell'upper east side di manhattan. ma c'è qualcosa che le manca, c'è un vuoto nella sua vita che non è semplicemente legato alla prematura perdita dei genitori o al modo in cui la tratta il fidanzato che lavora a wall street. afflitta, decide di lasciare il lavoro in una galleria d'arte e di imbottirsi di farmaci per riposare il più possibile. si convince che la soluzione sia dormire un anno di fila per non provare alcun sentimento e forse guarire. tra flashback di film anni '80 - mickey rourke in "9 settimane e 1/2" e whoopi goldberg -, dialoghi surreali e spassosi, descrizioni di una new york patetica e scintillante, il libro ci spinge a chiederci se davvero si può sfuggire al dolore, mettendo a nudo il lato più oscuro e incomprensibile dell'umanità.