Risguardo di copertina
"ho bisogno della bellezza, così come amo ogni anelito dell'uomo per compararsi a essa. rinuncerei a qualsiasi merito artistico pur di riuscire a fare della mia vita un'opera d'arte." è il principio che guida ermanno olmi in questa esplorazione di una vita, delle sue poche certezze e dei suoi molti incontri. cresciuto nel pieno della disfatta fascista e testimone critico della rinascita nazionale, olmi è stato giovanissimo fornaio, impiegato ragazzino, regista precoce. ha vissuto direttamente l'abbandono delle campagne e l'esplosione della società dei consumi e per questo, divenuto protagonista della stagione d'oro del cinema italiano, ha scelto di rappresentare non i lustrini del boom, ma la cecità di uno sviluppo che ha strappato il nostro paese alle sue radici contadine. proprio questa ferita è il cuore filosofico della sua illuminante autobiografia. l'"apocalisse è un lieto fine" non è infatti solo il racconto di una vita densa e affascinante, degli incontri e dei successi che l'hanno segnata. è soprattutto la profonda, urgente riflessione con cui l'artista che ha saputo cogliere gli ultimi echi della civiltà rurale ci mette in guardia davanti al declino di un'altra epoca umana: la nostra. abbiamo dimenticato cosa vuol dire "far bene" e coltivato a dismisura l'etica del male minore. produttività, arricchimento e potere continueranno a rinchiuderci nelle loro gabbie fino a quando non saremo pronti a imparare l'eterna lezione della terra.