Risguardo di copertina
1913, porto di napoli. attraccata all’imbarcadero, come se a trattenerla non fossero cavi o ancore, ma profonde radici abbarbicate al fondale, la caracciolo, con i suoi tre alberi a vele quadre, simili a vestigia di un bosco sacro, incute timore e rispetto. non tutte le navi possono vantare, come quel veliero, memorabili imprese e avventurose circumnavigazioni del globo. il tempo delle battaglie cruente è, però, finito. la nave è in disarmo, destinata a una ultima, nobile battaglia: diventare una nave asilo per quei bambini, orfani o abbandonati dagli adulti, che vivono di furti ed elemosine per le strade di napoli, dormendo sui marciapiedi, negli androni dei palazzi, nei sagrati delle chiese; ovunque vi sia un angolo buono per rincantucciarsi. tredici di loro sono già a bordo, li chiamano i caracciolini e godono di un benessere superiore a ogni loro piú rosea aspettativa, con un letto e il mangiare garantiti ogni santo giorno. sono affiorati da sottocoperta per venire a studiare l’intrusa, la donna nominata dal rappresentante del ministero della marina direttrice della nave asilo. si chiama giulia civita franceschi ed è pronta a raccogliere la sfida rappresentata da quel veliero, e a capovolgere una volta per tutte il destino di quel popolo infantile piegato dalla povertà e dall’abbandono. destino che sembra, invece, inemendabile per felice, il bambino che cerca ogni sera un angolo il piú possibile riparato dove dormire con gli occhi spalancati sul buio e il nome della madre sulla bocca.
Risguardo di copertina
nella notte del primo marzo 1843, rischiarata da una cometa che sembra minacciare sventura, viene al mondo una bambina. è un parto complicato, che potrebbe finire male se ad assistere non ci fosse lucina, la "mammana" del paese, e forse sarebbe meglio così: la piccola è una "capa janca", albina, e dunque maledetta. sarà lucina, dopo averla salvata, a darle un nome, stella, e farle da madre, portandola via da quel posto che rifiuta entrambe. perché anche lucina, malgrado la bellezza sfolgorante, nasconde una condanna, un segreto custodito troppo a lungo. con l'aiuto di bartolomeo, corteggiatore ostinato, lucina si trasferisce a napoli. ma neppure nel brulichio della città, accogliente e minacciosa insieme, sembra trovare pace. perché "così come è un azzardo giurare per sempre, è un peccato di superbia affermare mai più". antonella ossorio mescola romanzo storico e saga familiare. la storia di tutti quelli che con fierezza e coraggio, nello scontro quotidiano tra doveri e desideri, non rinunciano a ricercare la propria strada.