Risguardo di copertina
viaggiare non vuol dire soltanto attraversare il cuore segreto dei continenti. viaggiare è anche l'uscita dall'infanzia, l'inizio di un'amicizia, la rottura di un legame che credevamo non potesse finire mai. perché è quando si va altrove che le cose importanti cominciano ad accadere, quando la vita ci mette alla prova e ci svela una parte di noi che prima non conoscevamo. dai colori dell'india ai segreti del monte athos. dalla sterminata cordigliera dell'america latina agli ipnotici silenzi della siberia. dalle dolci sinuosità della moldava fino al pacifico e oltre. dalle antiche vie che costeggiano il mare alle strade che uniscono le grandi città. il viaggio in auto di oscar niemeyer lungo oltre mille e duecento chilometri da rio de janeiro fino a brasilia per dare vita a una città mai esistita prima. il cammino a piedi di vincent van gogh tra il belgio e la francia nell'inverno in cui finì per capire cosa gli serviva davvero per diventare pittore. la soglia inattesa con cui è costretta a misurarsi frida kahlo. la fuga di joni mitchell dalle battaglie meschine della fine di un amore. la corsa insonne di keith jarrett verso colonia. controvento racconta le storie di chi, attraversando un ponte, mettendosi su una strada, salendo su un autobus o un treno, ha trovato in un giorno, in un istante, il modo di cambiare e trasformarsi. i viaggi hanno segnato la vita di molti e di molti altri la segneranno nel tempo che verrà: perché l'altro e l'altrove hanno sempre in serbo qualcosa che non abbiamo ancora conosciuto, che lenirà il nostro dolore e ci schiuderà il passaggio verso la strada poco battuta.
Risguardo di copertina
l'estate è l'unica stagione in cui tutto può succedere. capace più di ogni altra di innescare desideri, sciogliere malinconie e far intravedere all'orizzonte qualcosa di nuovo. un incanto che si ripete ogni anno, regalandoci l'illusione che nulla sarà più come prima. la sua maestosa lentezza. l'esplodere di una natura inattesa, a volte estrema. un tuffo in acqua. lo sfiorarsi delle labbra. i silenzi. gli incontri. le città deserte. le notti che si dissolvono nel giorno senza cesura. al pari di esploratori che si nutrono dell'ignoto, ogni anno siamo pronti a perderci dietro la chimera dell'estate, la stagione più effimera. la più luminosa, ma forse anche la più amara. quando finisce infatti sentiamo un vuoto dentro. e il ricordo delle emozioni che abbiamo provato non smette di inseguirci. quali che siano le esperienze vissute, le gioie o le disfatte, al pari dell'araba fenice l'estate risorge sempre dalle sue stesse ceneri, riproponendoci, mescolati insieme, la meraviglia, il sogno e il disincanto. senza che ci si possa difendere. seguendo le trasformazioni che porta con sé la stagione più fugace e inafferrabile, quel che avviene al pianeta, alle piante, agli animali, e soprattutto a ciascuno di noi, federico pace racconta da angoli inediti storie emblematiche e avvincenti che hanno preso vita durante quei giorni così infuocati da suscitare le aspettative più vertiginose. storie accadute a chi ha lasciato che l'estate, ancora una volta, portasse con sé una strana felicità.