Risguardo di copertina
come in una biografia, pansa e minore partono dalla natia pescara, una pescara che sa tanto di d'annunzio, da una famiglia intesa all'utile e alla buona riuscita sociale ma in realtà questa è soltanto in parte una biografia. è un flusso di memorie, di sogni, di sguardi, è un atto d'amore nei confronti di un personaggio difficilissimo da imbrigliare in una logica sequenza di fatti, ed è per primo flaiano a mischiare le carte. arriva a roma giovanissimo e dopo le scuole ufficiali al nord e la guerra d'etiopia torna nella capitale. collabora alle migliori testate di allora: "omnibus", "oggi", "l'italia letteraria", "l'europeo" e infine "il mondo" di mario pannunzio. leo longanesi gli chiede un romanzo in tre mesi e lui scrive tempo di uccidere , primo vincitore del neonato premio strega. apre la porta del cinema e scrive per tutti i registi ai quali si deve la rinascita del cinema italiano e la sua continuità: prolifica, smagliante e misteriosa la collaborazione con federico fellini. ci sarebbe stata la dolce vita senza flaiano? forse sì. ma il miracolo è il gioco fra due sensibilità così differenti. flaiano ama o comunque accetta spesso la "committenza" eppure al contempo sogna il "suo" film che non riesce a prendere forma. il bello di questa "ricostruzione di eventi" è che, pagina dopo pagina, stiamo alle calcagna di un italiano che non vuole essere itagliano, di un uomo che strappa la risata dell'intelligenza e dentro si macera, di uno scrittore vero, tormentato come un soldato che conosce la gloria di una perpetua ritirata. marziano, alieno, amico della notte. irripetibile.
Risguardo di copertina
nella sua attività di giornalista francesca pansa si è spesso imbattuta in decine di storie, purtroppo crudamente vere, di donne abusate, violentate, maltrattate da maschi resi sempre più feroci dalla perdita del loro ruolo. in questo volume le racconta, con l'asetticità della cronista di razza e insieme con l'appassionata partecipazione della donna, sollevando il velo di silenzio e ipocrisia che ancora circonda un tema tra i più scottanti e ignorati della nostra presunta "civiltà". prefazione di giovanni bollea.