10 MITI SU ISRAELE
Genere: POLITICA
Formato: DAISY
Livello di lettura: PRIMO LIVELLO
Risguardo di copertina
i "dieci miti su israele" sono dieci narrazioni storiche costruite per legittimare la fondazione di israele in palestina e il mantenimento di un'occupazione brutale. dieci pilastri che affondano nel nazionalismo e nell'imperialismo europei, e, fatto apparentemente paradossale, nell'antisemitismo. con le armi della storiografia lo studioso ebreo israeliano ilan pappé confuta a uno a uno i dieci miti, attraversando le varie fasi del progetto sionista a partire dalle prime colonie del 19° secolo fino a oggi. ci guida all'interno di una questione in cui riconosciamo i problemi più urgenti del nostro tempo: l'utilizzo di un discorso razziale per alimentare un regime coloniale, l'avanzata dell'estrema destra e dell'islamofobia, la guerra per il potere di tramandare la memoria storica e le sue fonti. la ricerca di una soluzione ci spinge allora ad aprire gli occhi sulle ferite aperte della nostra società. postfazione di chiara cruciati.
LA PRIGIONE PIU' GRANDE DEL MONDO
Genere: STORIA
Formato: DAISY
Livello di lettura: PRIMO LIVELLO
Risguardo di copertina
dopo la sua acclamata indagine sulla pulizia etnica della palestina avvenuta negli anni quaranta, il famoso storico israeliano ilan pappe´ rivolge l’attenzione all’annessione e all’occupazione della striscia di gaza e della cisgiordania, esponendoci la prima critica globale relativa ai territori occupati palestinesi. frutto di anni di ricerche, il nuovo lavoro di pappe´ rappresenta probabilmente l’analisi piu` completa mai scritta sulla genesi dei territori occupati e sulla vita quotidiana all’interno di quella che l’autore definisce, appunto, «la prigione piu` grande del mondo». pappe´ analizza la questione da molteplici punti di vista: attraverso l’analisi di materiali d’archivio recentemente declassificati, ricostruisce sotto una luce nuova le motivazioni e le strategie dei generali e dei politici israeliani – e lo stesso processo decisionale – che hanno gettato le basi dell’occupazione della palestina; rivolgendo poi lo sguardo alle infrastrutture legali e burocratiche e ai meccanismi di sicurezza messi in atto dagli occupanti, rivela il modo in cui israele e` riuscito a imporre il suo controllo a oltre un milione di palestinesi; infine, attraverso i documenti delle ong che lavorano sul campo e i resoconti di testimoni oculari, pappe´ denuncia gli effetti brutalizzanti dell’occupazione, dall’abuso sistematico dei diritti umani e civili ai blocchi stradali, dagli arresti di massa alle perquisizioni domiciliari, dal trasferimento forzato degli abitanti autoctoni per far spazio ai coloni al famigerato muro che sta rapidamente trasformando anche la stessa cisgiordania in una prigione a cielo aperto. il libro di pappe´ e` al contempo un ritratto incisivo e commovente della quotidianita` nei territori occupati e un accorato appello al mondo perche´ non chiuda gli occhi di fronte ai crimini contro l’umanita` a cui e` soggetta da piu` di settant’anni la popolazione indigena della palestina. «pappé sostiene audacemente e in modo persuasivo di considerare i territori occupati come la “più grande prigione del mondo… le conclusioni di pappé non saranno accolte positivamente da tutti, ma questa storia dettagliata è rigorosamente supportata da fonti primarie». «publishers weekly» «ilan pappé è lo storico più coraggioso, più rigoroso e più incisivo di israele». john pilger
LA PULIZIA ETNICA DELLA PALESTINA
Genere: STORIA
Formato: DAISY
Livello di lettura: SECONDO LIVELLO
Risguardo di copertina
nel 1948 nacque lo stato d’israele. ma nel 1948 ebbe luogo anche la nakba (‘catastrofe’), ovvero la cacciata di circa 250.000 palestinesi dalla loro terra. la vulgata israeliana ha sempre narrato che in quell’anno, allo scadere del mandato britannico in palestina, le nazioni unite avevano proposto di dividere la regione in due stati: il movimento sionista era d’accordo, ma il mondo arabo si oppose; per questo, entrò in guerra con israele e convince i palestinesi ad abbandonare i territori – nonostante gli appelli dei leader ebrei a rimanere – pur di facilitare l’ingresso delle truppe arabe. la tragedia dei rifugiati palestinesi, di conseguenza, non sarebbe direttamente imputabile a israele. ilan pappé, ricercatore appartenente alla corrente dei new historians israeliani, ha studiato a lungo la documentazione (compresi gli archivi militari desecretati nel 1988) esistente su questo punto cruciale della storia del suo paese, giungendo a una visione chiara di quanto era accaduto nel ’48 drammaticamente in contrasto con la versione tramandata dalla storiografia ufficiale: già negli anni trenta, la leadership del futuro stato d’israele (in particolare sotto la direzione del padre del sionismo, david ben gurion) aveva ideato e programmato in modo sistematico un piano di pulizia etnica della palestina. ciò comporta, secondo l’autore, enormi implicazioni di natura morale e politica, perché definire pulizia etnica quello che israele fece nel ’48 significa accusare lo stato d’israele di un crimine. e nel linguaggio giuridico internazionale, la pulizia etnica è un crimine contro l’umanità. per questo, secondo pappé, il processo di pace si potrà avviare solo dopo che gli israeliani e l’opinione pubblica mondiale avranno ammesso questo “peccato originale”.