Risguardo di copertina
nate sulle colonne del "corriere della sera" tra l'82 e l'83, in anni in cui uno scrittore poteva ritagliarsi su un grande quotidiano uno spazio di libertà narrativa, le prose che parise pubblicava sotto il titolo di "lontano" sono brevi racconti o piccoli reportages nei quali particolari momenti della vita passata dell'autore si riaccendono come lampi improvvisi. ecco, ad esempio, l'incontro con una fragile marylin monroe, la quale, paragonata a una libellula, emanava un odore molto particolare, qualcosa tra lo zolfo e una capretta di latte. ed ecco fidel castro, incontrato a cuba, descritto come un fratone barocco, un misto di fellini e mussolini. bastano questi due esempi per far capire che "lontano" sarà una sorpresa anche per chi già conosce e apprezza i libri dello scrittore veneto. nate all'indomani dei "sillabari", nelle prose di questo libro vive un narratore in gran forma, capace di racchiudere nella misura breve tutta la sua esperienza di uomo e di artista. si può dunque considerare un avvenimento editoriale la raccolta di questi scritti in un libro che, curato da silvio perrella, appare totalmente nuovo nella bibliografia del grande scrittore veneto.
Risguardo di copertina
"forse il modo migliore per leggere quello che insieme a "il ragazzo morto e le comete", a "il padrone" e a "l'odore del sangue" è tra i vertici dell'opera di parise, è fare come se di parise non conoscessimo nulla, e questo libro uscisse per la prima volta oggi. che immagine ci faremmo dell'autore dei "sillabari"? i suoi racconti sembrano prossimi alla mitteleuropa di peter altenberg: nel sentimento che non scade nel sentimentalismo, nell'asciutta creaturalità, nella musica fintamente trasandata; ma può anche essere un seguace del robert walser dei racconti in forma di temi di scuola: meno follemente didascalico, più narrativo, più "carnale"; o può somigliare a uno scrittore americano alla truman capote: per lo sguardo acuto e quasi tattile che cala nel mondo dell'adolescenza, per la capacità di dare parole ai trasalimenti privi di parole del corpo". (giuseppe montesano)