Risguardo di copertina
responsabile di diciassette omicidi. come il cannibale jeffrey dahmer ma nel giro di appena sei mesi. un semestre immerso nel sangue. il cosiddetto serial killer dei treni venne catturato venticinque anni fa e nella primavera del 2000 condannato a scontare tredici ergastoli per i diciassette omicidi dei quali si dichiarò colpevole. questa è la sua storia, articolata nei diciassette drammatici momenti che ne suggellarono il destino. diciassette gradini per scendere precipitosamente al male, come in una bolgia. dal furto all’omicidio con movente, dall’assassinio per vendetta all’omicidio seriale alla rinfusa, fino alla profanazione del cadavere di una ragazza della quale neppure conosceva il nome. diciassette abomini che, una volta assicurato alla giustizia, gli costeranno il carcere a vita. uscirà solo una volta, con un permesso di qualche ora, per andare a salutare i genitori sepolti a nizza monferrato. dietro le sbarre prese la laurea, lui che aveva a stento finito di leggere l’abbecedario. infettato dal covid morirà poco prima di natale del 2020, solo come un cane, in una cella infestata dalle ombre, dopo aver rifiutato le cure. si rifugiò nella religione? forse baluginò l’idea. si pentì? era folle o solo sopraffatto dal rancore? donato bilancia detto walter resta un caso senza spiegazione.
Risguardo di copertina
da genova a itaca, un viaggio intimo alla ricerca della città perfetta e una riflessione sul senso del costruire. "ci vuole un'intera vita, anche lunga se ti riesce, per imparare, capire, raccogliere tutto assieme. magari per fare un edificio in cui mettere i desideri della gente, l'invenzione del costruttore e la poesia degli spazi. e, per poterlo fare, bisogna aver conosciuto tanta gente, aver camminato per molti luoghi in silenzio. bisogna aver viaggiato, sofferto, letto tante pagine, aver avuto molti amici e forse aver rubato loro qualche idea." comincia un giorno di fine estate al porto di genova (latitudine 44°25'35" nord, longitudine 8°54'54" est), a pochi passi dallo studio di punta nave, il lungo viaggio per mare di renzo piano e suo figlio carlo. a guidarli è un desiderio ancestrale, come molti esploratori prima di loro: salpare e prendere il largo alla ricerca di atlantide. atlantide è la città perfetta, perché ospita una società perfetta. questa è la sua bellezza, preziosa e inafferrabile. renzo piano, con gli occhi di chi sa misurare la terra ma anche le infinite geometrie del mare, ritorna nei luoghi in cui ha costruito le sue opere, tasselli nella ricerca infinita e necessaria della perfezione. naviga con suo figlio nel mezzo del pacifico, sulle rive del tamigi e della senna, raggiunge atene, il golden gate park di san francisco e la baia di osaka. cercando la bellezza, trova l'imperfezione che ogni progetto porta con sé. allora non resta che continuare il viaggio.