Risguardo di copertina
«la più consistente scoperta che ho fatto pochi giorni dopo aver compiuto sessantacinque anni è che non posso più perdere tempo a fare cose che non mi va di fare» dice jep gambardella, protagonista della grande bellezza. davvero arriva un momento in cui, sostiene polito, «il se stesso di prima deve morire per poter rinascere a nuova vita. perché la curva della felicità è una u e quando ti sembra di aver toccato il fondo puoi veramente risorgere». in un originale tentativo di rivisitazione di esperienze personali e non, storie vissute o narrate, questioni e idee reinterpretate, antonio polito racconta quella fase dell'esistenza in cui sentiamo di dover «fare pulizia», applicando un sano senso pratico al nostro bagaglio di vissuti e di valori. un viaggio in cui si susseguono tappe e conquiste, cambi di passo e cadute, attraverso cui l'autore rivela cosa ha superato le maglie della selezione e cosa invece è risultato d'intralcio al suo cammino di crescita come uomo, genitore, cittadino. polito parte da un itinerario personale per giungere a una proposta estesa a tutti: avviare un percorso di «perdita» per riconquistare se stessi può essere la chiave su cui costruire un nuovo senso di appartenenza, una traccia per rifondare il nostro modo di essere comunità.
Risguardo di copertina
nel mondo di oggi, che mette in discussione ogni forma di autorità, la sfida educativa dei genitori diventa sempre più complicata. se il conflitto tra generazioni non è certamente una novità, quello che sta accadendo è però qualcosa di diverso, di molto più serio: una vera e propria interruzione del tradizionale passaggio di valori dai padri ai figli. i genitori sono soli, insidiati da mille modelli alternativi che li contraddicono, parlano un'altra lingua, dettano altre priorità. diventato padre in due momenti diversi e distanti della sua vita, antonio polito entra nel vivo di una battaglia culturale volta a smascherare i nemici dei genitori: le idee e le figure che tendono a sabotarne l'autorità o che semplicemente hanno smesso di aiutarli. dai social alla scuola, dalla politica alla chiesa, dai cattivi maestri fino alla famiglia stessa, che ha commesso gravi errori, importando stili di vita che ne minano il ruolo. davanti all'urgenza di rifondare l'autorità dei genitori, la soluzione sta forse nel tornare al più classico dei compiti: trasmettere cultura, comportamenti, esperienze e valori, primo tra tutti l'amore e il rispetto per la vita. «a padri e madri bisognerebbe dire: non credete più a chi vi colpevolizza, riprendetevi 1 vostri figli, ribellatevi a chi sta alienando la vostra potestà, credete di nuovo possibile la vostra missione».