Risguardo di copertina
maniacale, solitaria, stakanovista, idealista, mossa da un impulso di trasformazione perenne, nel lavoro come nella vita. sullo schermo è la signora bene con la erre moscia, la prostituta, la rivoluzionaria, la sottoproletaria stressata. in teatro dà corpo alle visioni di grandi maestri, da strehler a ronconi, visconti e fo: diventa uomo, bambina, vecchia di trecento anni, centaura. nella vita è un sex symbol, punk e diva, o una creatura androgina, icona gay. capelli biondo platino o nero pece, taglio lungo, medio, corto, con sfumature verdi. quando vuole uscire dai ruoli si rapa a zero. non è una star, ma un caleidoscopio: mariangela melato è tutto questo e molto altro, un'attrice sempre pronta a reinventarsi, ''una donna con un progetto'', come l'ha definita pupi avati. ma come ha fatto una bambina piena di problemi, figlia di gente modesta e senza una vera istruzione scolastica a diventare, con le sue sole forze, uno dei simboli del teatro e del cinema italiani? come è riuscita a non scendere a compromessi e a tutelare la propria libertà? lo raccontano gli amici, i colleghi, gli amori, i suoi stessi pensieri dai giornali dell'epoca: fili sparsi di memorie individuali e documenti inediti che l'autore intesse in un ritratto corale sospeso tra pubblico e privato, in cerca della vera mariangela.