Risguardo di copertina
nessun autore spagnolo del novecento ha mai stimolato tanti studi e tanti commenti come jorge luis borges: a nemmeno vent'anni dalla sua morte ãš universalmente considerato un classico della grande letteratura. queste pagine di savater non sono un altro capitolo di studi letterari dedicati al maestro della duplicazione: â«in queste pagine - dice l'autore - racconto l'effetto che borges ha avuto su di me, uno dei suoi tanti lettori: come mi colp㬠ciã² che lessi e seppi di lui, quali piaceri e quali riflessioni gli devo, qual ãš stato il mio borges e in che senso sono stato trasfigurato dalla sua frequentazione, dal suo contagioâ». queste pagine sono quasi un'agiografia, un atto di devozione in cui molto viene rivelato di borges, ma molto anche di savater.
Risguardo di copertina
i dieci comandamenti divini, scritti sulle tavole della legge che mose' diede al suo popolo, hanno influenzata profondamente la storia dell'umanita', al punto da costituire - almeno in occidente - una sorta di linea di demarcazione fra civilta' e barbarie. oggi, pero', a distanza di molti secoli dal loro annuncio e dopo i radicali mutamenti intervenuti nel modo di vivere e nei costumi sociali, e' lecito chiedersi se costituiscano ancora quella guida morale che, con i suoi divieti, ha fissato le norme di comportamento di tante generazioni. anche perche' e' innegabile che, soprattutto agli occhi del mondo laico, alcuni di questi comandamenti hanno perduto il loro valore vincolante e appaiono decisamente superati e bisognosi di una ridefinizione. si tratta di un compito decisivo e urgente, in tempi nei quali l'offensiva sferrata dal fondamentalismo impone alla neonata europa di ripensare a fondo la propria identita' etica, oltre che politica. in questo libro fernando savater, filosofo agnostico che ha ricevuto un'educazione cattolica nella spagna franchista, conduce un'indagine sull'"attualita'" del decalogo, di cui ricostruisce le origini storiche e mette in luce talune ambiguita', in un serrato e vivace confronto con altre posizioni, in particolare della chiesa cattolica e dell'ebraismo. senza sottrarsi al dovere della semplicita' e della chiarezza, l'autore fornisce al lettore una reinterpretazione moderna e universale dei principali tabu' alla luce delle piu' scottanti questioni che l'uomo deve oggi risolvere (per esempio, come si concilia l'osservanza del comandamento "non uccidere" con il riconoscimento del diritto all'aborto o all'eutanasia?). nella stringente interrogazione di savater si coniugano l'acutezza del filosofo, l'elegante ironia dello scrittore e la sincerita' dell'uomo, virtu' indispensabili per restituirci il senso profondo, storicamente determinato ma moralmente irrinunciabile, delle leggi divine e umane compendiate nei dieci comandamenti.
Risguardo di copertina
i sette peccati capitali - superbia, gola, avarizia, ira, lussuria, accidia e invidia - hanno rappresentato per secoli i modi in cui l\'uomo poteva cedere alle tentazioni del maligno, perdendo la propria anima e condannandosi alla dannazione perpetua. nella cultura occidentale odierna, meno condizionata dai dogmi religiosi, si rivelano più prosaicamente il frutto di comportamenti naturali che hanno perso la giusta misura, trasformandosi in gravi eccessi caratteriali o, a volte, in vere e proprie ossessioni. in un serrato confronto con le tre grandi tradizioni religiose monoteistiche (ebraica, cristiana, islamica) e con il pensiero filosofico di ieri e di oggi, fernando savater esamina ognuno dei sette peccati capitali ripercorrendone la storia ma, soprattutto, descrivendone le trasformazioni, la diffusione e il potere seduttivo che ancora esercitano e mostrandoci quanto essi siano in stretta relazione con le domande più insidiose dell\'uomo contemporaneo. i peccati si nascondono infatti nelle pieghe dell\'esistenza quotidiana, nei laboratori scientifici dove si tenta di ricreare la vita perfetta, nel progresso tecnologico disumanizzante. scopriamo così che nella società moderna, che li ha resi accessibili a più ampi strati popolari, alcuni dei vizi ritenuti emblemi immutabili della corruzione dell\'animo, come la gola e la lussuria, sembrano aver perso un po\' della loro malia tanto da essere ormai \'fuori moda\', mentre altri, come il fondamentalismo, l\'indifferenza e la menzogna, hanno già iniziato a prenderne il posto. fra i vari interlocutori di savater - letterati, religiosi e filosofi che condividono con lui una sana inquietudine sul divenire dell\'umanità - quello che gli dà più filo da torcere è però satana, con cui intrattiene, all\'inizio di ogni capitolo, un dialogo curioso quanto incalzante. chi altri, se non il diavolo in persona, può assumersi l\'incarico di avvocato difensore dei peccati, perorandone la causa e cercando di mostrare i benefici che ne derivano per l\'umanità e, in particolare, per ognuno di noi? al di fuori degli schemi religiosi con cui viene affrontato di solito il problema del vizio e della virtù, senza intenti moralistici ma neppure con facili autoassoluzioni, savater ci invita a guardare in profondità in noi stessi e a condurre una personale ricerca, confrontandoci con le questioni etiche non in modo dogmatico o astratto, ma nelle forme definite dall\'evoluzione del costume e della società.