Risguardo di copertina
liberarsi della storia. della verità. della giustizia. degli altri. delle abitudini che avevano preso il posto della costituzione e delle vecchie leggi scritte. liquidare le tradizioni morte che soffocano l’essenza dell’uomo. questo sembra essere il pensiero recondito del maresciallo yarden quando, come ogni cittadino, si ritrova obbligatoriamente chiamato a scegliere la sua sepoltura: a schierarsi, da vivo, per la morte. il motto della necropoli ovest era: “vivi per la morte”. il motto della necropoli est era: “muori per la vita degli altri”. accompagnato dal nipote rama, tredici anni e mezzo, dal flemmatico segretario pierre e dal negromante max, il protagonista di questo sulfureo e spiazzante romanzo ci conduce nel suo lungo viaggio nell’oltretomba. un’immersione da vivo in un aldilà popolato di artisti, filosofi, scienziati, terroristi, rivoluzionari, militari, poeti che sembra convincere yarden che la decisione migliore sia non decidere. boicottare il libero arbitrio divenuto la parodia di se stesso e strumento di controllo mentale, consapevole che la sua non scelta potrebbe mettere in crisi tutto il sistema. ma a quale scopo? forse, nell’essenza del dualismo forzato, e nel suo superamento, egli ha scorto ciò che tutti gli altri non hanno visto, o che forse vedono ogni giorno fin troppo bene. una storia esemplare che ci porta in un mondo altro che assomiglia moltissimo al nostro. un apologo politico sul senso degli estremi e degli opposti.
Risguardo di copertina
sodal sodal, il protagonista di questo conturbante e turbolento romanzo di tedoldi, in quale malefica morsa viene stretto per finire dentro un processo kafkiano ribaltato (qui è il premio a essere esiziale) che lo scaglia (esponenzialmente, come in kafka) dalla mansione di vice pulitore di bagni della axum fino alle posizioni apicali? e chi potrà salvarlo dal naufragio, la sua miranda che piega oggetti con la forza della mente o il fratello che non riesce a trarre dal seme delle sue speculazioni di filosofia musicale una prestazione convincente da direttore di orchestra? phallus dei è un racconto biforcato e un po’ biforcuto tra incantesimi e decantazioni, che rende giustizia all’astrazione alternando concreto e astratto, che ingaggia serialità (le cene al kraepelin) e sprigiona diffrazioni (i diversi movimenti della rapsodia fallica) e che fa di un falloeccentrismo dilagante un organo espressivo vivissimo, sensibilissimo, vulner- abilissimo a servizio della letteratura, di quella pratica cioè per captare il sistema nervoso del mondo e tradurlo attraverso composizioni di parole in una musica (in una teoria e una esecuzione musicale congiunte).