Risguardo di copertina
"Alcune cose si vivono soltanto, o se si dicono, si dicono in poesia", ha scritto Pier Paolo Pasolini (1922-1975), e infatti la poesia è sempre stata il suo strumento d'elezione per esprimere, in una sorta di necessaria autobiografia pubblica, le passioni, i tormenti, le tensioni intellettuali, i furori che gli dettavano una vocazione "scandalosa" alla verità e uno straziante, incondizionato amore per il mondo. Questa raccolta, che accosta i testi più significativi della sua produzione in lingua, traccia un percorso ideale attraverso le molte stagioni della poesia pasoliniana, dall'"Usignolo della Chiesa Cattolica" a "Trasumanar e oragnizzar" sino agli ultimi versi apparsi postumi, e restituisce il senso di quella ostinata ed eroica fedeltà al ruolo di poeta che ha fatto di Pasolini un testimone solitario ma imprescindibile del nostro tempo.