Risguardo di copertina
A TRENTAQUATTRO ANNI, QUANDO TANTI MUOVONO I PRIMI PASSI NELLA VITA LETTERARIA, MàRAI PUBBLICò UN LIBRO DI MEMORIE DI ALLARMANTE, DEFINITIVA MATURITà: "CONFESSIONI DI UN BORGHESE". E LO FECE IN UN MOMENTO (LA METà DEGLI ANNI TRENTA) IN CUI, ANCHE SE POCHI SE NE RENDEVANO CONTO, TUTTO CIò CHE ERA ACCADUTO IN PRECEDENZA ASSUMEVA UNA TINTA DI 'VECCHIA EUROPA', SEBBENE SI PRESENTASSE A VOLTE COME LA PUNTA DELLA MODERNITà PIù SFRENATA, CON TUTTI I SUOI ECCESSI - SESSUALI, INTELLETTUALI, POLITICI. È IL CASO DELLA BERLINO DOVE MàRAI ERA VISSUTO POCHI ANNI PRIMA, E CHE GLI ERA APPARSA COME UN "UNICO, CONTINUO BALLO IN MASCHERA".IN QUESTO CHE è ANCHE UNO SCINTILLANTE ROMANZO DI FORMAZIONE SEGUIAMO IL NARRATORE DALL'INFANZIA NELLA CITTADINA DI KASSA, SULLO SFONDO DEL TRAMONTO DI QUELLA CIVILTà DANUBIANA CHE LA STORIA DI Lì A POCO CANCELLERà, AGLI ANNI IN CUI, SPINTO DA UNA VORACE CURIOSITà E IRREQUIETEZZA, ABBANDONA IL SUO PAESE PER UNA DESTINAZIONE A LUI STESSO IGNOTA...