Risguardo di copertina
Distaccandosi da quanti etichettano l'epoca in cui viviamo come postmoderna, Giddens vede in essa, al contrario, una fase di radicalizzazione estrema della modernità. Se da un lato sono enormemente cresciute le opportunità di un'esistenza sicura e gratificante, dall'altro sono aumentati di pari passo i rischi e i pericoli del "lato oscuro" della modernità. Secondo questa prospettiva, ogni cosa si accompagna così al suo ambiguo doppio: la conoscenza si estende, ma niente è certo e tutto può essere rivisitato; la globalizzazione dei fenomeni allenta i vincoli con lo stato nazionale, ma alimenta il sorgere di sentimenti nazionalistici; il 'declino' dell'Occidente non diminuisce l'attrattiva e la forza delle istituzioni occidentali, anzi è in un certo senso il risultato della loro diffusione; l'impersonalità dei sistemi esperti e delle competenze professionali esige crediti di fiducia sempre maggiori da parte dell'individuo e lo espone al rischio. Molti dei fenomeni che vengono definiti postmoderni non riflettono solo una frammentazione culturale o la dissoluzione del soggetto in un 'mondo di segni' privo di centro, ma riguardano in realtà l'esperienza del vivere in un universo dove tempo e spazio, presenza e assenza, agiscono in maniera storicamente nuova.