Risguardo di copertina
Tra un'Inghilterra notturna e romantica (o noiosamente borghese), una New York fredda, impersonale, e l'accecante e squallida Port Mungo, cittadina dimenticata dei Caraibi da cui prende il titolo, si svolge la vicenda del nuovo romanzo di Patrick McGrath. Lo scrittore ci ha abituati da tempo (che sia proprio qui il segreto della sua forza?) a sospettare dei suoi personaggi, a dubitare delle loro parole, a non fidarci delle loro appassionate proteste di sincerità. Forse, infatti, Gin Rathbone, la donna alla cui memoria e alla cui voce è affidato il racconto, si sbaglia: forse suo fratello Jack non è stato affatto un grande pittore incompreso, come lei sembra credere; forse sua cognata, Vera Savage, non è affatto un'arrivista cinica e calcolatrice, malgrado questo sia il ritratto che emerge dalle sue parole; e forse, soprattutto, la terribile fine di sua nipote Peg non si è affatto svolta come lei ce la racconta, o come lei vorrebbe credere. McGrath costruisce un raffinato gioco di specchi, un calibratissimo groviglio di nevrosi, di rancori, di perversioni... da cui la verità sfugge solo a tratti, e si manifesta sotto forma di tragedia.