Risguardo di copertina
«UNA SERA DI NOVEMBRE DEL 1955 MIA NONNA, CHE AVEVA QUARANT’ANNI, RICONQUISTò LA LIBERTà E SI SENTì FELICE: AVEVA PRESO IN MANO UN LIBRO ED ERA RIUSCITA A LEGGERE QUALCHE PAGINA PRIMA DI ADDORMENTARSI.» DI SOLITO MARIA, LA NONNA DI MARIO CALABRESI, ANDAVA A LETTO ESAUSTA, DOPO UNA GIORNATA SPESA A LAVARE MONTAGNE DI LENZUOLA E PANNOLINI. QUELLA SERA, QUELLA IN CUI PER LA PRIMA VOLTA AVEVA USATO LA LAVATRICE, è STATA, NEI SUOI RICORDI, LO SPARTIACQUE TRA IL PRIMA E IL DOPO. OLTRE MEZZO SECOLO PIù TARDI CI SIAMO QUASI DIMENTICATI DI QUELLE CONQUISTE VISSUTE COSì STRAORDINARIAMENTE; OGGI, ANZI, IL NICHILISMO, LA SFIDUCIA, IL FATALISMO SONO GLI UMORI E I SENTIMENTI PIù DIFFUSI NEL PAESE: GLI ANZIANI HANNO NOSTALGIA DEL PASSATO, I GIOVANI SI RASSEGNANO ALLA MANCANZA DI PROSPETTIVE ED è COMUNE LA CONVINZIONE DI ESSERE CAPITATI A VIVERE NELLA STAGIONE PEGGIORE DELLA NOSTRA STORIA. PER METTERE A FUOCO QUESTO MALESSERE E CAPIRE QUALE SIA LA STRADA PER USCIRNE, MARIO CALABRESI HA RICOMPOSTO I FRAMMENTI DI UN TEMPO IN CUI SI FACEVA FATICA A VIVERE MA ERA SEMPRE ACCESA UNA SPERANZA, E DI UN PRESENTE COSì PARALIZZATO DA NON RIUSCIRE A METTERE A FUOCO L’ESEMPIO DI CHI NON HA MAI SMESSO DI CREDERE NEL FUTURO.