Risguardo di copertina
«Friedrich Du¨rrenmatt è, in primo luogo, un narratore metafisico. Vive, ben stabile e fermo, in Svizzera, ma di lì, col suo implacabile telescopio, esplora l’universo ; e spesso intuisce così a fondo gli elementi a noi nascosti, che riesce a sfondare il muro di ipotesi e di supposizioni che ci circonda, e si spinge in prossimità delle grandi leggi del mondo ... Nel Giudice e il suo boia, il male ha una vasta incarnazione: Gastmann, la bestia selvaggia, che il commissario Ba¨rlach, ancora giovanissimo, aveva incontrato a Costantinopoli, senza riuscire per quarant’anni a fornire le prove dei delitti via via più audaci e sacrileghi che il Nemico commetteva. Come dice Ba¨rlach, Gastmann è un nichilista: se opera il bene, lo fa per un capriccio, per un estro improvviso: e per lo stesso estro mai in nome di un principio opera il male ... Il vero eroe del romanzo è il personaggio che incarna il principio del bene: il commissario Ba¨rlach, la più straordinaria figura di poliziotto del romanzo moderno».