Risguardo di copertina
«perché le differenze non si trasformino in discriminazione è necessario educare controvento, mettere in atto una ribellione nonviolenta. educare alla libertà è un artigianato difficile, che ha bisogno di ispirarsi a chi ha saputo incarnare una rivolta tenace e quotidiana, in grado di costruire strumenti culturali capaci di accrescere le possibilità di scelta di tutte e tutti. ma per educare controvento è necessario moltiplicare le domande e seminare inquietudine». franco lorenzoni è stato per quarant'anni maestro elementare e, insieme, ricercatore e formatore in un laboratorio pedagogico d'avanguardia. è autore di due libri ormai di culto in cui si dipinge l'avventura di una scuola capace di dare piena voce a chi apprende. in questo terzo libro illustra la pedagogia dell'educare controvento. vale a dire una scuola «incubatrice di vocazioni», come voleva calamandrei, il cui fine è «il pieno sviluppo della persona umana» e il mezzo una ricerca continua delle proprie capacità per cercare di contrastare ogni esclusione sociale. il maestro lorenzoni prosegue con il suo stile anti manualistico e non dottrinario, partendo dalla memoria di molteplici esperienze e rivivendo incontri e lezioni indimenticabili. la pratica e la teoria. la pratica è nei capitoli dispari, che narrano ciò che nasce dal continuo dialogo con bambine e bambini e da laboratori che rovesciano il mondo per cercare di comprenderlo nei suoi aspetti fondamentali: il corpo, lo spazio, il tempo, la convivenza, il parlare, il contare, la natura e la spiegazione scientifica della realtà. la teoria è nei capitoli pari, ed emerge dagli incontri che lo hanno formato con maestre e maestri capaci di aprire prospettive nuove e inattese. calamandrei che osserva il figlio crescere, carla melazzini e i maestri di strada, l'approccio psicoanalitico capace di ascolto di alessandra ginzburg, la matematica come liberazione del pensiero di emma castelnuovo, le innovazioni radicali di mario lodi e don milani, l'opposizione a ogni esclusione etnica di alexander langer, l'utopia necessaria di nora giacobini, fino ad arrivare alle esperienze contemporanee di malala yousafzai e di greta thunberg. sono tante le presenze che compongono questo affresco di una pedagogia necessaria.
Risguardo di copertina
"ho desiderato raccontare un anno di vita di una quinta elementare del piccolo paese umbro dove insegno da molti anni perché ascoltando nascere giorno dopo giorno parole ed emozioni, ragionamenti, ipotesi e domande, che emergevano dalle voci delle bambine e dei bambini con cui ho lavorato per cinque anni, ho avuto la sensazione di trovarmi di fronte a scoperte preziose, che ci aiutano ad andare verso la sostanza delle cose e verso l'origine più remota del nostro pensare il mondo". nei dialoghi degli scolari su argomenti di un programma svolto ponendo questioni e lasciando elaborare soluzioni, intorno a temi che riguardano matematica, scienze, arte e storia, si ha l'impressione di ripercorrere l'evolversi della cultura umana. si prova la meraviglia del nascere di un pensiero. così questo libro, che contiene indicazioni concrete per un insegnamento innovativo, non è un burocratico manuale di didattica che si aggiunga a una fila troppo lunga. all'opposto ogni pagina trabocca di spontanea poesia, pur non indugiando in un'estetica compiaciuta del mondo incantato dell'infanzia. nel diario di un anno di scuola, in cui ciascun allievo è protagonista di una ricerca comune, si mostra il cuore del dialogo didattico: "provare a dare forma al mondo". è una proposta pedagogica nuova, evidentemente capace di cercare un senso all'esistere e al far esperienza, diventa anche un racconto antropologico.